Il leader dei Verdi tedeschi Habeck: “Asse ecologisti Ue contro il populismo”

La leader dei Verdi tedeschi Katharina Schulze festeggia con Ludwig Hartmann e Robert Habeck
La leader dei Verdi tedeschi Katharina Schulze festeggia con Ludwig Hartmann e Robert Habeck (AP)

BERLINO. – È convinto che “la lingua crei il mondo” ed è innanzitutto uno scrittore Robert Habeck, il leader verde, che sta conquistando la Germania. All’ultimo che sul primo canale della tv pubblica gli ha chiesto se sia pronto a diventare cancelliere, questione di moda, ha reagito con una risata spontanea, evitando accuratamente di rispondere.

Con lui, convinto che per salvare il pianeta e tenere insieme la società con un’economia sostenibile si debbano avere “posizioni radicali”, i Verdi sono diventati il secondo partito (23%): hanno staccato l’Spd (14) e sono vicini all’Unione della Merkel (26%).

In un’intervista all’ANSA, l’uomo che fino a qualche tempo fa scriveva romanzi con sua moglie, poi emerso nella politica dello Schleswig-Holstein con una coalizione “giamaika” (con Fdp e Cdu), analizza i fattori del successo ecologista: alimentato anche dagli errori degli altri, conviene. Habeck punta a coinvolgere “il cuore della società”. Non vogliono più restare ai margini i verdi, e contano di unirsi nell’Ue e costruire un asse “europeista contro i populisti”.

“Non vogliamo essere un partito che resta al di fuori del dibattito della società, quasi come alternativa alla maggioranza. Noi ci poniamo consapevolmente nel cuore del confronto sociale. E dobbiamo comunicare la nostra politica, in modo da raggiungere la maggioranza dei cittadini”, spiega questo filosofo brizzolato, che ha quasi sempre una barbetta di 3 giorni in faccia, e una grande famiglia con 4 figli.

Avendo in mente questo obiettivo, Habeck è disposto ad accettare pure (“in questo senso sì”) l’etichetta di partito “borghese”. Niente più liti interne: “i verdi hanno avuto sempre due correnti, io e Annalena (Baerbock la copresidente ndr.) abbiamo chiarito che non avremmo fatto questo gioco. Concentriamo l’energia all’esterno”.

Diversamente dagli altri, non si sono poi lasciati trainare dall’ultradestra: “Abbiamo preso la decisione molto chiara di non volteggiare attorno all’AFD. Vogliamo occuparci di quello che succede nel paese. Ci concentriamo sulle nostre analisi, e nel cercare buone risposte, che cerchiamo di portare avanti con tutta la passione e l’ottimismo possibili. Finora ha funzionato”.

Entusiasmo per la buona politica, al posto dei vecchi veti paternalisti, ma qualche veto serve: “Abbiamo bisogno della microplastica nel dentifricio? Quella si può proibire subito. Se guardiamo al dibattito degli ultimi mesi, si parla ancora della questione profughi, scatenata dalla Csu, ma adesso il tema ambientale è di enorme importanza, così come la politica dei trasporti, la politica sociale, la tassazione delle imprese digitali. Si discute di nuovo dell’intero spettro tematico della politica. Proprio come volevamo noi: abbiamo dato un contributo a che questo accadesse”.

Non solo, ora sono gli altri a inseguirli: persino la Csu vuole essere “più verde”, fa notare. E questo “è positivo”. Questa forza è contagiosa: i verdi in Europa si possono unire contro i populisti? “È quello che vogliamo. E quello che facciamo. L’incontro di tutti i partiti verdi europei dello scorso weekend a Berlino è esattamente questo”.

Cita l’avanzata in Olanda, Belgio, Slovenia, Finlandia, Ungheria, Francia. “In Italia e in Austria è più difficile, ma il nostro ruolo in tutta l’Ue è batterci per una società liberale e progressista”, di fronte al pericolo di forze illiberali, che “sfidano la democrazia”.

Preoccupa l’Italia, finita nel populismo “per gli errori commessi con l’austerity”, oltre che “per averla lasciata a lungo sola a fronteggiare i migranti”. Ma per lui oggi la procedura sul deficit di Bruxelles “è inevitabile”, le regole vanno mantenute e Matteo Salvini “oltrepassa di molto i limiti della democrazia e del diritto in vigore in Europa”.

Nella penisola “colpita duramente dalla crisi climatica, e che in futuro subirà ancora più gravemente i flussi migratori”, vede però “ottime ragioni per sostenere gli ambientalisti”. Oggi i populisti sono al potere, ma “il consenso in Europa è molto volatile, si possono sempre creare nuove maggioranze. Perché non dovrebbe valere anche per l’Italia?”.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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