Caos gilet gialli in Francia, salta il negoziato

Gruppo di gilet gialli in protesta per le strade di Parigi.
Gruppo di gilet gialli in protesta per le strade di Parigi. EPA/CAROLINE BLUMBERG

PARIGI. – Situazione tesissima a Parigi, la protesta dei gilet gialli diventa esplosiva e lo spiraglio che si era aperto ieri con l’offerta di un negoziato con 10 portavoce del movimento si è subito richiuso. Minacciati dagli elementi più radicali, i ‘gilet gialli liberi’ hanno rinunciato. Ed è cominciato così il conto alla rovescia verso un altro sabato di manifestazioni che, sulla loro pagina Facebook, i gilet gialli hanno battezzato ‘Atto 4/o, scioglimento del Parlamento’.

Emmanuel Macron, che aveva dato disposizione al primo ministro Edouard Philippe di ricevere i gilet gialli disponibili al dialogo, ha convocato in serata una riunione d’emergenza con i principali ministri ed ha rinviato una visita all’estero, in Serbia. Il premier sarebbe stato autorizzato dal presidente a fare “un gesto”, una concessione tale da invitare i moderati al dialogo e spezzare così il fronte della protesta.

Ma alcuni dei leader che aveva teso la mano – come Jacline Mouraud e Benjamin Cauchy – adesso hanno paura. Hanno ricevuto minacce di morte, anche nei confronti dei familiari. Troppa pressione, alcuni di loro hanno spiegato il rifiuto anche con il fatto che il governo non ha soddisfatto la precondizione richiesta, il congelamento dell’aumento delle tasse sul carburante.

Intanto nel paese continuano i blocchi stradali, una donna di 80 anni è morta a Marsiglia per le conseguenze di un lacrimogeno che le era piovuto in casa durante i disordini, un manifestante ferito a Tolosa si starebbe aggravando in modo irreversibile. Si inasprisce il blocco delle raffinerie e dei depositi di carburante, già sono centinaia le pompe di benzina con problemi di approvvigionamento. Mentre continuano le accuse e le polemiche per come è stato organizzato sabato scorso l’ordine pubblico a Parigi, è partito il conto alla rovescia in vista di un nuovo appuntamento con i gilet gialli fra 5 giorni.

In assenza di una soluzione politica, si teme da molte parti il ritorno al confronto più duro, quello nelle piazze. I sindacati di polizia hanno parlato di colleghi “esausti per la tensione prolungata” ed hanno chiesto espressamente di vietare la manifestazione. Il malumore nelle forze armate per l’enorme pressione alla quale sono sottoposti poliziotti e gendarmi risale all’inizio dell’ondata di terrorismo islamico, più di 3 anni fa.

Scontri e incidenti a Parigi e Aubervilliers per cortei di studenti contro la riforma della scuola, con accenti di chiaro appoggio alla battaglia dei gilet gialli. La settimana prossima toccherebbe agli agricoltori scendere in piazza per protestare, in un crescendo che ha fatto parlare molti analisti di situazione “insurrezionale” nel paese. Philippe ha ricevuto i leader dei partiti rappresentati in Parlamento. Laurent Wauquiez, leader dei Republicains, ha chiesto di rinunciare all’aumento delle tasse sul carburante.

Una moratoria è stata anche la richiesta del socialista Olivier Faure, e pure il partito di maggioranza, La Republique en Marche, non è più unito. In molti chiedono gesti concreti, la sinistra radicale della France Insoumise riassume la sua visione in “cedez ou partez”, cedete o andatevene. “Rispondetegli!” è stata l’esortazione al governo di Marine Le Pen, “prendete decisioni che calmino tutti, il governo e il presidente sono responsabili della rabbia che aumenta. E la violenza è spesso conseguenza della rabbia”.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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