Pensioni: nessun rinvio per quota 100. Le misure

Due pensionati seduti in panchina, ripresi di spalle
Per anticipate e precoci nel 2019 no aspettativa vita ma finestre.

ROMA. – Nel 2019 si potrà andare in pensione se si avranno 62 anni di età e 38 di contributi, non ci saranno altri paletti né rinvii: il Governo tira dritto sulla cosiddetta quota 100 e conferma, con il vicepremier Luigi Di Maio anche la messa in campo di pensione di cittadinanza e reddito di cittadinanza entro i primi mesi dell’anno.

Ma se per le nuove misure sulle pensioni il quadro è sostanzialmente chiaro (anche se non si sa ancora se arriveranno con un emendamento alla manovra o con un decreto legge) sul reddito di cittadinanza, la platea, i requisiti e le modalità di erogazione c’è ancora grande incertezza.

“Riusciremo a finanziare le misure – ha detto Di Maio – perché potrebbero servire meno soldi di quelli stanziati quando abbiamo scritto la manovra. Si può trattare con l’Europa, ma senza tradire le promesse agli italiani. Le platee delle misure non cambieranno”.

Il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito che l’obiettivo è che “le pensioni e il reddito di cittadinanza entrino in vigore all’inizio dell’anno. I tecnici – stanno lavorando, i politici hanno il dovere di mantenere gli impegni presi con milioni di italiani”.

Ecco in sintesi le misure sulla previdenza secondo le ultime limature al dossier:

QUOTA 100: se entro fine 2018 si sono raggiunti almeno 62 anni di età e 38 di contributi si potrà uscire dal lavoro il 1 aprile 2019, una volta trascorsa la finestra trimestrale. Per i lavoratori pubblici la finestra dovrebbe essere di sei mesi ma si ragiona sulla possibilità che sia di nove con la prima uscita a settembre. Se i requisiti si raggiungono durante il 2019 si dovranno comunque aspettare tre mesi (sei o nove per i pubblici). La misura è triennale e varrà quindi per il 2019-’20 e ’21. E’ previsto il divieto di cumulo con l’attività lavorativa fino all’età di vecchiaia.

PRECOCI A RIPOSO CON 41 ANNI CONTRIBUTI MA CON FINESTRA: I lavoratori precoci ovvero quelli che hanno cominciato a lavorare prima dei 19 anni, in situazione di difficoltà (disoccupazione, disabilità ecc come previsto attualmente) potranno andare in pensione con 41 anni di contributi a qualsiasi età senza l’incremento di cinque mesi legato all’aspettativa di vita. Avranno però la finestra trimestrale e quindi il vantaggio reale sarà solo di due mesi.

NON SCATTA INCREMENTO ASPETTATIVA VITA PER PENSIONE ANTICIPATA: Chi nel 2019 avrà 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi se donna) potrà andare in pensione indipendentemente dall’età. Non scatta l’aumento legato all’aspettativa di vita previsto per il 2019 (5 mesi) ma si dovrà attendere la finestra quindi, come per i precoci, il vantaggio reale sarà di due mesi.

RINNOVO PER APE SOCIALE E OPZIONE DONNA: saranno rinnovati sia l’Ape sociale (il sussidio per chi ha almeno 63 anni e 30 di contributi in situazione di disoccupazione o 63 e 36 in caso di attività gravosa) che l’opzione donna, ovvero l’uscita anticipata per le donne con il ricalcolo completamente contributivo. Intanto oggi è stato presentato il rendiconto sociale Inps 2017 che conferma la maggiore incidenza delle pensioni di invalidità civile al Sud rispetto al Nord e la forte crescita delle pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia a fronte della crescita del requisito anagrafico per le donne.