Salvini chiama le imprese, dialogo dopo protesta Sì Tav

Alle 12 caffè al Viminale, l'invito di Matteo Salvini agli imprenditori.
Alle 12 caffè al Viminale, l'invito di Matteo Salvini agli imprenditori.

ROMA. – La Lega apre il confronto con il ‘fronte delle imprese’, con il vicepremier Matteo Salvini ed il sottosegretario Giancarlo Giorgetti che hanno invitato per un incontro, domenica mattina, i dodici presidenti delle principali associazioni imprenditoriali. ’12 caffè’ al Viminale per iniziare un dialogo con l’asse – da industriali a costruttori, dal commercio a artigiani, agricoltura e coop – che lunedì scorso si è riunito a Torino per il sì a Tav e infrastrutture e, di fatto, contro la politica economica del Governo a partire dalla manovra.

Intanto, artigiani e piccoli imprenditori protesteranno giovedì 13 dicembre a Milano: è una iniziativa di Confartigianato, una manifestazione nazionale “per sollecitare al Governo e alle istituzioni misure a sostegno del mondo produttivo rappresentato per il 98% dalle piccole imprese”.

Dopo Torino, la protesta con tremila imprenditori e 12 associazioni che rappresentano tre milioni di imprese ed il 65% del Pil, è rimasto freddo il clima con i 5Stelle. Tra stoccate e aperture si sono invece aperti spazi di confronto con la Lega che, con il tessuto imprenditoriale, si muove su un terreno tradizionalmente più ‘amico’ ma messo a dura prova dai compromessi del ‘contratto’ di Governo.

Non c’è alcuna crisi tra Lega e imprenditori, dice però Salvini: “Assolutamente no. Tutti i dati dicono che non siamo mai stati così forti in tutta Italia e soprattutto al Nord”. L’invito è arrivato informalmente, per telefono, alle segreterie dei presidenti, da Confindustria a Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Ance, Confagricoltura, Confapi, Legacoop, Confcooperative, Agci. E

‘ una apertura ampia, che riconosce tutto ‘il fronte delle imprese’ come aveva chiesto il presidente di Confindustria, e arriva dopo l’iniziativa di Torino ed il botta e risposta polemico del giorno dopo tra Matteo Salvini e Vincenzo Boccia. Dal leader della Lega era arrivata prima una stoccata (“C’è qualcuno che è stato zitto per anni quando gli italiani, gli imprenditori e gli artigiani venivano massacrati.

Ora ci lasciassero lavorare e l’Italia sarà molto migliore di come l’abbiamo trovata”) poi una prima apertura (“Le porte del ministero e del governo sono sempre aperte. Se Boccia vuole, lo incontro e gli offro un caffè”. Il leader degli industriali aveva replicato: “Un caffè non basta, questa volta ce ne vogliono dodici”, sottolineando così che l’invito non andava rivolto solo a via dell’Astronomia.

E’ inconsueta la scelta di vedersi di domenica mattina ma sembra voler sottolineare una disponibilità nuova, un clima – appunto – da chiacchierata prendendo un caffè. Ma sul tavolo si attendono contenuti, concretezza, come chiedono le imprese e come fa prevedere la presenza anche del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, un punto di riferimento nella Lega ed alla Presidenza del Consiglio sui temi dell’economia.

“Domenica – dice Salvini – sarei voluto tornare a Milano, stare con i miei figli. Sto a Roma e ben volentieri, apro le porte del ministero, ascolto. Miracoli non ne faccio ma, senza lodarsi, penso che sia più evidente quello che abbiamo fatto noi sei mesi che altri in sei anni”.

(di Paolo Rubino/ANSA)