Salvini a Roma e “No Tav” a Torino, è guerra tra piazze

Matteo Salvini a piazza del Popolo durante la manifestazione della Lega ''L?Italia rialza la testa! Prima gli italiani! #dalle parole ai fatti''
Matteo Salvini a piazza del Popolo durante la manifestazione della Lega ''L?Italia rialza la testa! Prima gli italiani! #dalle parole ai fatti'', Roma, 8 dicembre 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Guerra tra piazze lungo l’asse Roma Torino tra la Lega, sempre più ‘tricolore’ e il movimento ‘No Tav’ che chiede ai 5 Stelle di mantenere l’impegno elettorale e fermare qualsiasi “tunnel” in direzione Lione. Due manifestazioni profondamente diverse, di governo e di lotta: nella prima, Matteo Salvini, sulle note pucciniane del “Vincerò”, sancisce la svolta nazionale della Lega.

L’altra, invece, è di opposizione dura, con un forte messaggio di rottura, rivolto particolarmente ai pentastellati. Assenti i vertici nazionali 5S, ma molti dei loro amministratori locali in piazza.

Ambedue molto partecipate: secondo le rispettive organizzazioni, 80mila a Piazza del Popolo, 70mila lungo le strade del capoluogo piemontese. Quella di Roma doveva essere una “festa di ringraziamento” del popolo leghista entusiasta per i risultati del governo e convinta nel dare più forza alla leadership di Salvini. Ma i fatti della discoteca di Ancona smorzano i toni della giornata che si apre con un minuto di silenzio, in omaggio alle vittime.

Tuttavia, complice una grande folla proveniente da tutta Italia, molti dal sud, il vicepremier tocca cuore e mente dei suoi supporters. Dal Pantheon leghista nelle parole di Salvini escono Cattaneo e Alberto da Giussano ed entrano Martin Luter King, Papa Giovanni Paolo II e Alcide De Gasperi tra i padri fondatori della DC, una volta simbolo della odiata partitocrazia. Salvini evita di parlare nel dettaglio di manovra, governo, alleati.

Un cenno a Luigi Di Maio, ma solo per ringraziarlo degli sforzi fatti al governo che, assicura, durerà 5 anni. “Non lo farò saltare per un sondaggio: io mantengo gli impegni”, ribadisce tra gli applausi. Per il resto, l’intervento di circa un’ora è incentrato nel difendere ed esaltare i risultati dell’esecutivo sul fronte della sicurezza, come sul sostegno ad artigiani e imprese.

Ma il vicepremier va oltre: in vista delle europee chiede alla Piazza un “mandato” per trattare direttamente con l’ Europa. “Lo chiedo – esclama – non come ministro ma a nome di 60 milioni di italiani che vogliono lasciare a figli e nipoti un’ Italia migliore. Se c’è il vostro mandato non abbiamo paura di nessuno”. Proprio sull’Ue, Salvini dice di rifarsi alla lezione di Giovanni Paolo II. “Oggi qualche giornalista lo definirebbe sovversivo, ma era un visionario. Noi – aggiunge – ripartiamo dalla sua lezione per costruire una nuova Europa fondata su lavoro e identità”.

Prima di lui, sul palco, anche il ministro Lorenzo Fontana aveva detto di “affidare all’Immacolata la grande reazione identitaria che dilaga in Europa”. Salvini rilancia poi i suoi cavalli di battaglia: la lotta “ai poteri forti”, a Soros, a chi “vorrebbe desertificare l’Italia”, ai “globalisti che vorrebbero i cittadini consumatori tutti uguali, senza distinzioni”. E rivolge un paio di tributi a Trump: il primo aprendo e chiudendo il comizio con l’aria “Nessun dorma” che fece da colonna sonora alla campagna di “The Donald” del 2016. Poi quando richiama il motto trumpiano “make America great again” dicendo “rifaremo dell’Italia il grande Paese che è stato e deve continuare ad essere”.

La manifestazione dei No Tav a Torino.
La manifestazione dei No Tav a Torino. (ANSA)

A Torino, invece, le parole d’ ordine sono più dirette: dal palco Alberto Perino, leader storico del Movimento lancia un appello molto forte ai 5 Stelle: “Gli chiediamo con forza che tutto questo abbia fine perché l’avevano scritto nel loro programma. Ci rendiamo conto che non sono soli al governo ma gli chiediamo di resistere e portare a casa quanto promesso. Non accettiamo nessun tunnel”.

Il sindaco di Susa, Sandro Piano, si appella a Conte: “Ascolti le nostre ragioni. Anche noi vogliamo più investimenti e vogliamo riempire i capannoni di lavoro vero, per questo chiediamo al premier di ascoltarci”. In realtà dice il deputato Alberto Zolezzi, unico commento in chiaro di un parlamentare 5S sull’opera, vogliono destinare 28 mld per la Tav, ma serve “solo a guadagnare 5 minuti nella percorrenza della tratta rispetto a oggi. Con un impatto tutt’altro che ridotto”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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