Allarme dell’Ue, antisemitismo in costante crescita

Una persona con la stella di David sul suo kippah. Auschwitz
Una persona con la stella di David sul suo kippah. EPA/CLEMENS BILAN

BRUXELLES. – La “sola malattia incurabile del XX secolo” – come l’ha definita il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans -, torna a infettare l’Europa: l’antisemitismo è in costante crescita, secondo quanto emerge dallo studio condotto dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra). Quasi il 90% degli ebrei europei intervistati, e l’81% di quelli italiani (+14%), ritiene infatti che il fenomeno sia aumentato negli ultimi 5 anni e in modo pervasivo su internet, nei media, nel discorso politico e nella vita di tutti i giorni.

Proprio la scorsa notte a Roma sono state rubate 20 pietre d’inciampo in memoria delle vittime di una delle famiglie romane più colpite dalla Shoah. Per il vicepremier Matteo Salvini, in missione in Israele, “il nascente antisemitismo fa rima con l’estremismo islamico a cui qualcuno non presta la necessaria attenzione”, e per questo “la sinistra si dovrebbe porre alcune domande”.

Secondo l’esperienza dell’89% degli oltre 16mila ebrei europei over 16 intervistati tra maggio e giugno scorsi, infatti, l’antisemitismo si dimostra essere più problematico su internet e i social, poi negli spazi pubblici in città (73%), nei media (71%) e anche nella vita politica (70%).

Non solo: quasi un terzo (28%) ha subito molestie nell’ultimo anno ma il 79% non lo ha riportato alle autorità competenti, e il 40% teme inoltre di subire aggressioni fisiche nel prossimo anno. Al punto che il 34% evita di partecipare a eventi o frequentare luoghi ebraici perché non si sente sicuro e il 38% ha preso in considerazione l’opzione di emigrare, mentre l’11% si è sentito discriminato su base religiosa anche su lavoro, istruzione, sanità e alloggio. E anche il 77% di chi ha subito discriminazioni in base alla sua fede non lo ha denunciato.

Per questo, ha ammonito Timmermans, “è essenziale combattere” questo “flagello” e farlo “con forza e in modo collettivo”, altrimenti “l’Europa cessa di essere l’Europa”. E “anche chi si appella alle radici cristiane dell’Europa” deve “distanziarsi dall’antisemitismo” come quello “implicito” presente nella campagna anti-Soros in Ungheria. Bruxelles ha già preso misure – dalla stretta sui social contro l’incitamento all’odio sino a una task force – ma la responsabilità maggiore resta nelle mani degli stati membri.

I 28 proprio la scorsa settimana, su iniziativa della presidenza austriaca dell’Ue, hanno adottato all’unanimità una dichiarazione contro l’antisemitismo. “Ora ci aspettiamo che i governi attuino misure non razziste e coerenti per combattere l’antisemitismo, insieme alle altre forme di razzismo”, ha chiesto il Network europeo contro il razzismo (Enar). Per il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder i risultati del sondaggio Ue sono “scioccanti ma tristemente non sorprendenti”.

L’Agenzia per i diritti chiede quindi ai 28 di trattare di più l’Olocausto nelle scuole, monitorare i reati di odio e recepire le norme Ue antirazzismo.

(di Lucia Sali/ANSA)

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