Lagarde paladina delle donne: “Di più al lavoro per crescere”

Un primo piano di Christine Lagarde.
Christine Lagarde, impegno per lavoro delle donne. EPA/MICHAEL REYNOLDS

NEW YORK. – La parità fra donne e uomini è un obiettivo che va centrato: ”è un viaggio che deve continuare, un processo rivoluzionario che non va condotto in modo aggressivo perché porta benefici per tutti”. Christine Lagarde, nelle vesti di paladina delle donne, illustra al Council of Foreign Relations i benefici economici di una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Lo fa ricorrendo alla sua esperienza personale e con i numeri: con l’inclusione delle donne la crescita accelera e ”non ho ancora incontrato un capo di stato o un politico che non vuole più crescita” dice il direttore generale del Fmi, la prima donna a ricoprire tale incarico.

Lagarde ricorda come, quando era piccola, sua madre per aprire un conto corrente aveva necessariamente bisogno di suo padre altrimenti non poteva farlo. Da allora ne è stata fatta di strada, ma il cammino è ancora lungo. Basta guardare i numeri sulla bassa partecipazione femminile alla politica, ma anche quelli del numero delle donne manager nelle aziende.

Eppure – sottolinea il direttore generale del Fmi – più donne nei consigli di amministrazione e al potere porterebbero più benefici per tutti. Nelle istituzioni finanziarie che vantano una maggiore presenza femminile ”l’ammontare dei non performing loan è minore, i cuscinetti di capitale maggiori e questo per me significa banche più sicure” spiega ricordando una delle sue frasi più celebri, ovvero che se Lehman Brothers fosse stata Lehman Sisters forse non sarebbe fallita.

A questo si aggiunge, dice, come più donne al potere vorrebbe dire decisioni che guardano più agli altri: insomma – è l’esempio – meno stadi per il calcio e più progetti con un maggiore impatto sociale, come impianti per la distribuzione di acqua. Uno dei nodi principali da sciogliere per l’ascesa delle donne è quello delle barriere legali esistenti dal punto di vista economico, sociale e di diritti.

”Quando questo cambia ci sono delle differenze evidenti” afferma Lagarde citando il caso della Tunisia, il cui governo ha approvato di recente una norma che sancisce la parità fra uomini e donne in termini di suddivisione dell’eredita. Si tratta di un importante passo in avanti visto che la legge tunisina vigente stabilisce che a una donna vada la metà di quanto spetta a un uomo, con l’idea di fondo che due donne valgono un uomo.

Da qui l’invito di Lagarde a continuare a battersi per un maggiore parità fra uomini e donne sull’istruzione e sul lavoro: la riduzione del gap esistente va vista anche come una modalità per ridurre le disuguaglianze.