Russiagate: tre anni a Cohen, l’ex avvocato di Trump

Cohen con la famiglia al tribunale.
Cohen con la famiglia al tribunale.

WASHINGTON. – Tre anni di galera, dal 6 marzo: è la condanna inflitta da un tribunale di New York a Michael Cohen, ex avvocato personale ed ex ‘fixer’ di Donald Trump, nonostante si sia dichiarato colpevole di aver evaso il fisco, mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e comprato il silenzio di due ex presunti amanti del tycoon violando la legge elettorale.

Un reato, quest’ultimo, in cui ha tirato in ballo lo stesso presidente, tanto che alcuni dem evocano lo spettro di un possibile impeachment dopo la conquista della Camera. E’ la prima condanna di un membro dell’inner circle di Trump e la più dura tra quelle scaturite dal Russiagate, anche se in febbraio Paul Manafort, l’ex capo della campagna del tycoon, rischia molto di più.

Il procuratore del Russiagate Robert Mueller aveva chiesto di tener conto della sua “utile” collaborazione all’inchiesta, ma i procuratori di New York erano per una pena detentiva “sostanziale” con pochi sconti. Il giudice li ha accontentati, con una condanna di poco al di sotto delle linee guida (4-5 anni). Trump invece aveva invocato il massimo della severità per reati gravi che non considera legati a se stesso, accusando il suo ex legale di aver inventato “storie” per farla franca.

Nel caso di Cohen ha pesato il fatto di una collaborazione tardiva e di reati pesanti commessi da un avvocato, a differenza di Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump che ha cooperato subito con Mueller e che ora potrebbe evitare il carcere. A ben poco quindi sono serviti gli appelli dell’imputato e del suo difensore.

“Ho vissuto in una carcerazione personale e mentale sin dal giorno in cui ho accettato di lavorare per Trump”, ha spiegato Cohen, che ha portato in aula la moglie e i suoi due figli. “Sono stati la mia debolezza e la mia cieca lealtà a quest’uomo ad indurmi a scegliere la via delle tenebre anziché quella della luce. Sentivo come mio dovere coprire le i suoi affari sporchi”, ha proseguito, assumendosi la “piena responsabilità di ogni atto” e promettendo di continuare a cooperare, mentre un suo consulente, Lanny Davis ha promesso che Cohen “dichiarerà pubblicamente tutto quello che sa” su Trump dopo che Mueller chiuderà l’inchiesta.

“Si è fatto avanti per offrire prove contro la persona più potente nel Paese”, ha sottolineato il suo legale, Guy Petrillo, chiedendo clemenza per il suo assistito. Cohen era accusato di aver nascosto al Congresso che le trattative con i russi per una Trump Tower a Mosca proseguirono anche durante la campagna presidenziale, contrariamente a quanto sostenuto dal presidente.

Il legale era imputato inoltre di aver evaso il fisco per 1,4 milioni di dollari con le sue attività imprenditoriali e di aver comprato il silenzio dell’ex pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy per non compromettere la campagna di Trump, su ordine di quest’ultimo. E’ questa l’accusa più insidiosa per il tycoon, che tuttavia la ritiene “una semplice transazione privata” o, al massimo, una causa civile dove la responsabilità ricadrebbe solo sul suo ex avvocato.

“Non sono preoccupato per un impeachment: penso che la gente si rivolterebbe se accadesse”, ha minimizzato. Ma le ombre del Russiagate e degli “affari sporchi” della sua attività imprenditoriale si allungano sempre di più sullo studio Ovale.

(di Claudio Salvalaggio) (ANSA) –

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