Papa: “Xenofobia, razzismo e corruzione vergogne della politica”

Papa Francesco durante l'Udienza settimanale. con un gruppo di migranti
Papa Francesco durante l'Udienza settimanale con un gruppo di migranti. ANSA/ETTORE FERRARI

CITTA’ DEL VATICANO.- Dopo aver dedicato la prossima Giornata Mondiale della Pace – 1/o gennaio 2019 – a “La buona politica è al servizio della pace”, papa Francesco incentra il relativo Messaggio, pubblicato oggi, sia sulle virtù che sui “vizi” della politica: e tra questi ultimi inserisce con grande evidenza, oltre alla “corruzione”, anche “la xenofobia e il razzismo” e “il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”.

E’ un manifesto politico, quello di Bergoglio, con ripetuti ed eloquenti richiami all’attualità, e soprattutto con continui riferimenti alla principale emergenza globale, quella delle migrazioni, da affrontare dicendo no alla “paura dell’altro”, alle “chiusure”, al risorgere dei “nazionalismi”.

Premettendo che “la ricerca del potere ad ogni costo porta ad abusi e ingiustizie” e che se la politica “non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”, il Papa elenca le “virtù umane che soggiacciono al buon agire politico: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà”.

E cita le “beatitudini del politico”, proposte dal cardinale vietnamita Francois-Xavier Nguyen Van Thuan: “Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente. Beato il politico che realizza l’unità. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale. Beato il politico che sa ascoltare. Beato il politico che non ha paura”.

Riguarda invece ai “vizi”, “dovuti sia a inettitudine personale sia a storture nell’ambiente e nelle istituzioni”, essi “indeboliscono l’ideale di un’autentica democrazia, sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale”.

Eccone l’elenco: “la corruzione – nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone -, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della ‘ragion di Stato’, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”.

Per Francesco, “viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno”.

Il Papa addita chiaramente le politiche anti-migranti: “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”, dice in uno dei punti cruciali del Messaggio, ricordando, a 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, che “l’escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia” e che “il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace”.

E non è un caso, forse, che il Messaggio sia stato presentato nella Giornata internazionale dei migranti. Il Papa la ricorda in un tweet: “Gesù conosce bene il dolore di non essere accolto. Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme. #Internationalmigrantsday”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)