Zanotelli sfida Salvini: “Chiese aperte ai migranti”

Alex Zanotelli, mentre si rivolge a un gruppo di migranti.
Alex Zanotelli, missionario comboniano

ROMA. – “Di fronte a leggi sbagliate disobbedire è un dovere. Apriamo le chiese e le università ai più deboli”. Alex Zanotelli, missionario comboniano da sempre in prima fila nelle lotte per i più deboli e a favore della pace e della solidarietà, lancia la sfida a Matteo Salvini e alla sua legge sulla sicurezza. “Cosa vorrei dirgli? – si domanda – Sinceramente credo sia impossibile parlare con chi dimostra di non avere cuore. Lui agisce di pancia. Il dolore dell’altro non lo tocca, ha voluto identificarsi con questo sistema marcio”.

Da quindici giorni il missionario ha lanciato sul web una petizione – che sta sfiorando la 60 mila firme – per una “resistenza civile” contro quella che lui stesso ha definito “una legge che sta creando apartheid, contraria agli stessi principi della nostra Costituzione”. Il suo appello è rivolto a tutti, alla società civile, politica e religiosa.

“Ognuno – dice – trovi la strada per mettersi a disposizione”. La sua proposta è quella di seguire anche in Italia il “Sanctuary movement”, nato in America negli anni ’80 e diffusosi ben presto in Europa. “Così come avvenne in America, dove le chiese ai tempi di Reagan davano ospitalità alle persone del Centroamerica, o avviene oggi in Germania, dove una parrocchia si è proclamata sanctuary – spiega -, anche in Italia si può pensare di aprire le chiese, ma anche le università o le strutture che ognuno di noi può avere a disposizione per dare asilo politico ai migranti. Ci vuole coraggio, ma è il momento di agire”.

“Seguiamo la strada di Martin Luther King – sottolinea – che disobbediva alle leggi che maltrattavano le persone ricordando che la legge superiore è quella della solidarietà”. L’iniziativa di padre Zanotelli è rimbalzata anche oltreoceano, finendo sulla statunitense Cnn. L’emittente oggi ha dedicato un ampio servizio proprio al movimento di protesta che sta seguendo l’appello del missionario comboniano.

Al suo fianco si sono schierati, tra gli altri, anche due sacerdoti-simbolo della lotta alla discriminazione come Massimo Biancalani, che ha ospitato decine di migranti nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Vicofaro, e Luca Favarin, finito nella bufera alcuni giorni fa per il post su Facebook in cui invitava provocatoriamente a boicottare il presepe. “Credo che un Natale senza presepio – scriveva sul social network il prete che a Padova gestisce numerose comunità per migranti – sia più coerente con questa pagina volgare e infame della storia del nostro Paese”.

(di Domenico Palesse/ANSA)