Bohemian Rapsody

MADRID – Questa non vuole esser una critica o una recensione cinematografica, poiché sull’effetto Bohemian Rapsody si è già scritto e riscritto di tutto e di più. Moltissimi hanno lodato l’interpretazione di Rami Malek, nonostante il playback, per aver ben ravvivato le movenze del frontman più carismatico di sempre…mentre piovono critiche su tutti i fronti per la produzione, la sceneggiatura e gli stessi componenti dei Queen (produttori e supervisori dell’intero progetto) per aver falsato storicamente la realtà dei fatti a favore di un più romanzato storyboard per meglio drammatizzare la pellicola e la vita di Mercury.

Mi pongo però una domanda, anzi da profano la vorrei porre a tutti i critici cinematografici e recensori di cellulosa: da quando un film deve per forza seguire la realtà? La storia del cinema è piena zeppa di modificazioni storiche a favore di una più intensa drammatizzazione della storia. Il cinema è intrattenimento, i film sono frutto di una costruzione artificiale che possono replicare la realtà o la storia, ma non ne hanno l’obbligo per antonomasia.

“Titanic” è stato un successone, ma stracolmo di errori storici, “Il ritorno del Re” è stato un successone, ma si discosta parecchio dal romanzo di Tolkien, andando più a fondo potremmo elencare moltissimi altri casi di “alterazione” dell’originale. Bohemian Rapsody è al momento della scrittura il biopic musicale con il maggiore incasso di tutti i tempi con 635 milioni di dollari (cifra che sicuramente aumenterà).

Il punto quindi è un altro, secondo me non ci si dovrebbe focalizzare sull’esattezza storica, ma sulla capacità di trasmettere emozioni. Ciò che compete alle opere d’arte è questo. Mentre ciò che compete ai documentari è di raccontare la realtà: citando il dizionario Garzanti: “dizionario: film che illustra particolari aspetti della realtà a scopo divulgativo, informativo, didattico”.

Quindi fino a che punto dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulla realtà dei fatti mentre guardiamo un film, ma soprattutto mentre critichiamo un film? Questa domanda non ha una risposta univoca, poiché ognuno di noi può anteporre l’esattezza storica a quella cinematografica o l’affettività all’originale del romanzo rispetto alla trasposizione su cellulosa. Molto mestamente, a me Bohemian Rapsody è piaciuto e parecchio, mi ha fatto emozionare e mi ha fatto venir voglia di ascoltare più canzoni e leggere molto di più sui Queen. Freddy Mercury è e sarà sempre un’icona del Rock e se questo film può aumentarne il mito o la conoscenza a chi ancora non lo conoscesse (credo in pochi) ben venga.

Michele Alberighi (Redazione Madrid)

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