Cala la disoccupazione, anche tra i giovani. Più inattivi

Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l' occupazione. Disoccupazione
Un uomo controlla gli annunci di lavoro esposti in una agenzia per l'occupazione a Pisa. ANSA/FRANCO SILVI

ROMA. – A novembre il mercato del lavoro in Italia è fermo. I dati provvisori dell’Istat mostrano una crescita zero degli occupati rispetto a ottobre. Il tasso di disoccupazione scende – dopo due rialzi consecutivi – al 10,5%, 0,1 punti percentuali al di sotto del mese precedente. E’ compensato, però, dall’aumento degli inattivi, che rinunciano a cercare un lavoro. Un progresso più marcato riguarda i ragazzi tra i 15 e i 24 anni e il tasso di disoccupazione giovanile cala di 0,6 punti fino al 31,6%. Inoltre, nel primo mese di applicazione del decreto dignità a tutti i contratti a termine, calano gli occupati a tempo (-22 mila) e aumentano quelli fissi (+15 mila) e gli autonomi.

Allargando l’analisi agli ultimi dodici mesi, continua la fase espansiva dell’occupazione anche se la crescita, a dirla con la parole dell’Istat, è “molto ridimensionata”. Rispetto a novembre del 2017, gli occupati aumentano di 99 mila unità: si tratta dell’incremento minore in tre anni e mezzo, da maggio 2015. Inoltre l’espansione annuale riguarda solo gli uomini e i contratti a termine. I dipendenti a tempo determinato, rispetto al 2017, sono 162 mila in più e quelli stabili 68 mila in meno. I lavoratori, poi, diventano sempre più anziani, anche per effetto dell’invecchiamento della popolazione, e, su base annua, aumentano esclusivamente gli occupati ultracinquantenni, 275 mila in più. I disoccupati sono oltre 2 milioni e 700 mila.

La lettura di queste statistiche divide, ancora una volta, la politica. “I dati certificano che grazie al decreto dignità stiamo rilanciando l’occupazione a tempo indeterminato”, affermano i deputati Cinque stelle della Commissione lavoro. Al contrario, per il deputato di Forza Italia Maurizio Carrara, il decreto “prosegue a fare danni” visto che diminuiscono i contratti a termine e i nuovi contratti a tempo indeterminato sono “nettamente inferiori”.

Sono, invece, concordi nell’analisi dei dati associazioni di imprese e sindacati. L’ufficio studi della Confcommercio stima in oltre 100 mila gli occupati persi da maggio e la Confesercenti parla di “preoccupanti segnali di debolezza”. Dal fronte sindacale, il segretario confederale della Uil Ivana Veronese denuncia come il lavoro autonomo sia usato “come ‘sostituto’ del lavoro a termine” a seguito del decreto dignità. Mentre per la Cisl, Luigi Sbarra osserva che la stagnazione economica “sconta la scarsa qualità legislativa di questi mesi”. E la Cgil, con Tania Scacchetti, vede “l’avvicinarsi del rischio recessione”.

(di Chiara Munafò/ANSA)

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