Moda: Pitti Uomo, la sostenibile leggerezza anni ’80

Pitti Uomo, indossatore con cappotto di Tagliatore.
Pitti Uomo Tagliatore © ANSA

FIRENZE. – Richiami ai volumi e alla leggerezza degli anni Ottanta, contaminati dall’inevitabile desiderio d’indossare un abbigliamento comodo, pratico, confortevole, in una parola rilassato, connotato dalla scelta di materiali di qualità ma rispettosi dell’ambiente, quindi green. E’ questo l’abbigliamento ideale dell’uomo disegnato dalle aziende che partecipano a questa edizione di Pitti Uomo. Sì, proprio gli anni Ottanta vengono rivisitati attraverso modelli d’archivio, capi iconici traccia di un heritage glorioso.

Cominciando dal cappotto in velluto a coste giganti bluette di Tagliatore, in pieno stile anni Ottanta. Paoloni, invece, scopre il morbido della maglieria e nel segno del suo codice stilistico di eleganza oltre agli immancabili tessuti maschili, anche per i pantaloni, e i velluti, sempre con un touch tailored, amplia la gamma abbracciando il mondo dei filati, per un’attitudine rilassata. Intanto il mood streetwear degli anni ’80 rimanda a felpe basiche alternate a polo dal gusto minimal o di accentuata suggestione college, vivacizzate da colori forti e dettagli a contrasto.

La felpa-camicia votata ad un uso versatile si dedica a un pubblico giovane, sportivo e originale. La camicia in flanella a quadri (Manuel Ritz), dalle cuciture termonastrate e dalla vestibilità ampia, si abbina alla felpa e al denim usurato per un look dal cuore grunge. Su tutto, il piumino anni Ottanta, quello dalla vestibilità over, archetipo del casualwear, ma imbottito di materiali da riciclo come quello di Esemplare, la cui ecosostenibilità si esprime appieno nelle cuciture termonastrate, nei tessuti catarifrangenti ottenuti con fibre di vetro e nei tagli laser.

Il tema green è rispettato non solo nella scelta e nella lavorazione dei materiali esterni dei capi, ma anche nelle imbottiture interne. Esemplare presenta infatti la piuma sintetica, alternativa a quella naturale, Ecodown Fibers 100% ottenuta dal riciclo di bottiglie di plastica che, insieme a materiali come la lana riciclata e pelliccia ecologica utilizzate all’esterno dei capi, permette di raggiungere ottimi livelli di termicità nel rispetto dell’ambiente.

Capo di punta il Silver Puffy jacket, piumino over in pieni anni ’80, in nylon ultra light spalmato argentato . Kappa trasforma in capo di punta la giacca con cappuccio da uomo in woven con imbottitura sintetica. Il giaccone è stato dedicato dallo storico marchio torinese alle Olimpiadi di Los Angeles 1984. In quell’anno infatti Kappa, oltre a legarsi ad alcune squadre della serie A, tra cui la Juventus di Platini e Tardelli, riuscì a sponsorizzare la squadra di atletica a stelle e strisce.

Sul piumino ritroviamo il logo, il patch con il numero 84 che identifica l’anno di una delle memorabili Olimpiadi, e il numero 915, quello della pettorina di Carl Lewis, che vestito Kappa vinse la prima delle sue 10 medaglie olimpioniche. La giacca imbottita in nylon leggero accoglie dettagli sportivi sui polsini o sulle bande laterali. Mentre la down jacket reversibile diventa un caldo orsetto oppure è un piumino sportivo da usare come sottogiacca o nelle mezze stagioni, accanto al chiodo in montone slim fit. I pantaloni e giacche sportive in tessuto tecnico esibiscono cromatismi del mondo dello sport, rivisitati dal fit e dal gusto biker. Zaini in stile Eighties si abbinano a sneaker dal sapore anni ’90 oppure agli scarponcini da trekking reso cool e urbano.

Ricerca ed eleganza s’incontrano nell’equilibrio di un guardaroba personale, quasi intimo, che supera i luoghi comuni. Una declinazione basica di modelli, tonalità e pattern messa a punto per rispecchiare lo stile di chi li indossa. Un’estetica all’insegna dell’understatement, che prende le distanze anche dagli standard di età e stagionalità, traducendosi in capi confortevoli e amati perché vissuti, palette essenziali, abbinamenti easy.

Tra radici rassicuranti ed esperienze che forgiano, tra consapevolezza di sé e soggettività, completi che giocano sulle ambiguità tra formale e informale, giacche dalla vestibilità soft arricchite da dettagli sofisticati. Tessuti di matrice brit combinati e sovrapposti a micro stampe, pantaloni urban nobilitati da blazer presi a prestito dall’armadio dello zio. Texture classic retrò su camicie tramate da interventi customizzati, righe sottili e check, per richiami heritage privi di nostalgia. Giacche tailored e pezzi knitwear rivelano il corpo senza evidenze, partendo dalla silhouette sartoriale, continuamente rimodulata secondo un gusto individuale.

(dell’inviata Patrizia Vacalebri/ANSA)

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