Pompeo straccia l’eredità di Obama in Medio Oriente

Mezzi militari americani a Manbij, in Siria. Pompeo
Mezzi militari americani a Manbij, in Siria. (Arab 24 network, via AP)

WASHINGTON. – “L’era dell’autolesionismo è finita. L’America non dovrà più vergognarsi di niente”. Parola di Mike Pompeo, il segretario di Stato Usa che in un intervento al Cairo straccia l’eredità di Barack Obama in politica estera e fa a pezzi soprattutto la strategia dell’ex presidente in Medio Oriente: troppo indulgente verso il terrorismo radicale islamico e troppo accondiscendente verso l’Iran, tornato ad essere con Donald Trump uno ‘Stato canaglia’.

Il capo della diplomazia Usa lancia il suo affondo da un luogo altamente simbolico, lo stesso in cui Obama il 4 giugno del 2009 tenne lo storico discorso in cui, dopo gli anni conflittuali seguiti agli attentati dell’11 settembre 2001, tese la mano al mondo musulmano. E lanciò un appello per “un nuovo inizio” nei rapporti tra gli Usa e i Paesi arabi, porgendo il ramoscello d’ulivo a Teheran e spronando i regimi autocratici dell’area mediorientale a concedere più libertà ai propri popoli, sostenendo di fatto le ‘primavere arabe’.

Ma quello che ai conservatori proprio non andò giù fu soprattutto il fatto che Obama sembrò incolpare e quasi chiedere scusa a nome degli americani per i conflitti degli anni precedenti, a partire dalla guerra in Iraq. “Prima di me – ha affermato Pompeo – è stato qui, in questa città e davanti a voi, un altro americano che disse che il terrorismo radicale islamico non derivava dall’ideologia, e che l’11 settembre portò gli Stati Uniti ad abbandonare i suoi ideali, soprattutto in Medio Oriente. Il risultato di questo errore di valutazione fu un disastro”.

Non usa mezzi termini il segretario di Stato, e assicura che adesso con la presidenza Trump si apre “una nuova era”: “Questo è il vero nuovo inizio”, ha enfatizzato. E nel resettare la politica estera Usa Pompeo indica quali sono i nuovi obiettivi. Altro che ‘primavere arabe’: i pilastri della strategia Trump sono una leadership americana fuori discussione e un’alleanza di tutti i regimi arabi, anche quelli più autoritari, per contrastare l’Iran. “E gli Stati Uniti – ha sottolineato – useranno queste alleanze per cacciare via dalla Siria fino all’ultimo stivale iraniano”.

Confermando quindi che il ritiro delle truppe Usa dal Paese mediorientale avverrà come annunciato dalla Casa Bianca, Pompeo ha rassicurato che “l’America non si tirerà indietro fino a che la lotta al terrore non sarà finita”, lasciando dubbi su quale sia esattamente la strategia dell’amministrazione Usa.

La reazione di Teheran al discorso di Pompeo non s’è fatta attendere: “Ogni volta e ovunque gli Stati Uniti si mettono in mezzo seguono caos, repressione e risentimento”, ha twittato il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, uno degli artefici dello storico accordo sul nucleare fortemente voluto da Barack Obama e ripudiato da Donald Trump.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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