Pensioni: si attende il decreto, primo trimestre con poche uscite

Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi". Pensioni
Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi".

ROMA. – In attesa del decreto del Governo su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, slittato alla prossima settimana, si prepara un trimestre molto “freddo” per le uscite verso la pensione. Per i pensionamenti con la cosiddetta Quota 100 per i quali si stanno limando gli ultimi dettagli le prime uscite sono previste per il primo aprile e nel frattempo è scattato lo scalino di cinque mesi sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata.

In pratica tra gennaio e marzo va in pensione solo chi ha compiuto 67 anni di età (e quindi è nato entro marzo del 1952) oppure ha già maturato 43 anni e tre mesi di contributi (42 e tre mesi se donna) e quindi ha cominciato a lavorare prima del 1 gennaio 1976 (1 gennaio 1977 per le donne). Le donne nate nel 1952 per altro sono già in gran parte andate in pensione nel 2016 grazie alla salvaguardia che consentiva di uscire con 64 anni di età e 20 di contributi oltre i sette mesi di aspettativa di vita.

Nei primi tre mesi dell’anno ci saranno quindi solo pensionamenti di persone che hanno raggiunto i requisiti l’anno scorso. Chi compie 67 anni nel primo trimestre, infatti, ne aveva già 66 e sette mesi a fine 2018 quindi ha già potuto chiedere la pensione. Lo stesso vale per chi raggiunge in questo trimestre i 43 anni e tre mesi di contributi perché ne aveva già 42 anni e 10 mesi a dicembre dell’anno scorso.

A brevissimo comunque sono attese le nuove norme che dovrebbero sbloccare, secondo i calcoli del Governo, circa 315.000 persone. La classe delle più penalizzate è quella delle donne del 1953 che ha rincorso la pensione per sei anni (con le regole ante Fornero avrebbe smesso di lavorare nel 2014). Con le nuove regole potrebbe andare in pensione se in presenza di almeno 38 anni di contributi (un numero significativo per le donne).

L’Inps intanto si sta preparando al “superlavoro” legato alle nuove richieste di pensione con Quota 100 e a quelle per il Reddito di cittadinanza. Non dovrebbero comunque esserci ritardi dato che si useranno per verificare le domande i mesi previsti per la decorrenza (tre per la finestra dei privati, sei per i lavoratori pubblici) ma è probabile che si debba nella sostanza legare l’inizio della decorrenza ai requisiti raggiunti e non al momento nel quale si fa la domanda. In questo ultimo caso infatti dovrebbe slittare l’accesso alla pensione dato che non sarà possibile presentare le domande telematicamente prima di alcune settimane.

“Il primo aprile – spiegano all’Inps – dovremmo essere pronti a liquidare le prime pensioni per chi esce con la cosiddetta Quota 100 mentre per fine aprile dovremmo essere in grado di pagare i primi sussidi del Reddito di cittadinanza. Per gli applicativi informatici e per adeguare il sistema ci vuole del tempo, circa tre mesi, ma se il decreto viene approvato presto riusciremo ad essere pronti. Stiamo già lavorando ma abbiamo bisogno delle nome approvate”.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)