Rifiuti Roma, vescovo: “Avvilisce la mancanza di soluzioni”

Raccolta rifiuti a Roma.
Raccolta rifiuti a Roma.

ROMA. – E’ possibile che non ci sia una soluzione? Che cosa sta succedendo a Roma? Se lo chiedono alla diocesi del Papa, “amareggiata” di fronte al degrado legato all’accumularsi di rifiuti. A farsene portavoce è stato il vescovo ausiliare monsignor Paolo Lojudice che punta il dito, in generale, anche contro una “politica inquinata in una maniera quasi irrimediabile”.

“Io mi pongo, da semplice cittadino, la semplice domanda: ma come mai una grande città non riesce a risolvere il problema della spazzatura? E’ proprio così impossibile? Davvero non c’è soluzione? Io chiederei questo ai nostri amministratori: diteci il perché. Non possono passare i mezzi? Non ci sono? Sono rotti? Sono sottodimensionati? Sono tutti in ferie? Non c’è dove portarla, quindi è inutile che la raccogliamo…? E’ un ragionamento, mi rendo conto, da uomo della strada, ma è ciò che si domanda la gente: si resta amareggiati, avviliti”, è lo sfogo del vescovo ai microfoni di Radio Vaticana Italia.

Il vescovo, sempre in prima linea a fianco di sfollati, Rom, migranti, chiede anche una nuova ‘cifra’ nel dialogo politico. Partendo da uno degli ultimi fatti di cronaca, l’agguato in pieno giorno davanti a un asilo, Lojudice commenta: “Preoccupa ma purtroppo siamo sempre allo stesso discorso: c’è chi cavalca un’onda e chi ne cavalca un’altra. C’è chi in questo momento sta cavalcando l’onda di una iper-sicurezza che può essere garantita solo da certe modalità di intervento, e dall’altra parte c’è il caos che si ingenera tra un sindaco e un ministro… Insomma, tutto questo non è dialogo. E’ il gioco del chi strilla più forte, chi alza di più la voce, chi si mette di più sui social… Preoccupa uno stile di questo genere perché un dialogo politico uno se lo immagina come un dialogo civile”.

“Io vorrei che questi politici dialogassero più tra loro e non facessero solo esternazioni continue” è l’appello di mons. Lojudice.

Intanto la Capitale cerca lo sprint sulle opere pubbliche, con il Provveditorato competente di Lazio, Abruzzo e Sardegna del Mit che diventa stazione appaltante per il Comune di Roma. L’obiettivo è quello di ottenere procedure più rapide nella realizzazione di quei lavori ordinari e straordinari ritenuti indispensabili per la città. A definire i dettagli dell’accordo con il Campidoglio, a cui ha lavorato la sindaca Virginia Raggi in persona, sarà una convenzione ad hoc.

Quanto al protocollo firmato, come spiegano da Palazzo Senatorio, esso “non è impegnativo”, ovvero non tutti gli appalti pubblici della Capitale dovranno necessariamente essere gestiti dal Provveditorato, ma l’amministrazione capitolina potrà rivolgersi anche a questa struttura, oltre al dipartimento lavori pubblici. Con la firma dell’accordo, sottolinea il Ministero, si eviteranno “le lungaggini amministrative e burocratiche che da troppi anni hanno, di fatto, bloccato la Capitale”. Molto critico il Pd capitolino che attacca: “Quando una sindaca non sa fare la sindaca e decide di commissariarsi da sola. È questa la sintesi, un auto-commissariamento a tutti gli effetti”.