Caos Tav, pressing del Pd per un voto parlamentare

Un momento del flash mob a sostegno della Tav a piazza Castello, Torino
Un momento del flash mob a sostegno della Tav a piazza Castello, Torino, 12 gennaio 2019. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Portare l’affaire Tav in Parlamento. E’ il tentativo del Partito democratico, pronto a depositare una mozione in Senato, per costringere la Lega ad uscire allo scoperto e prendere una posizione netta sull’alta velocità. Il giorno dopo la piazza SI TAV di Torino, resta infatti alta la tensione fra i due azionisti di maggioranza: i 5S da sempre contrari temono l’ipotesi referendum, evocata da Matteo Salvini anche oggi.

L’altra strada percorribile e che prende quota con il passare del tempo è quella di una revisione del progetto, capace anche di tradursi in un taglio dei costi. E di questo non è escluso possano parlare i due vicepremier nelle prossime ore. I ritocchi dovrebbero essere tali – ragiona chi lavora al dossier – da poter essere gestibili in campagna elettorale da Luigi Di Maio, a cui spetterebbe il difficile compito di convincere l’ala più movimentista ma anche big come Beppe Grillo e Alessandro Di Battista, tornato in campo in queste settimane per sostenere la corsa a Bruxelles. E con cui tra l’altro il vicepremier ha organizzato un evento ‘a sorpresa’.

La settimana che si apre per il governo è comunque di quelle impegnative: domani il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrerà, a Palazzo Chigi, prima il commissario europeo per le Migrazioni Dimitris Avramopoulos per discutere la gestione del capitolo migranti e poi l’Anci sul decreto legge sicurezza. Due temi su cui Salvini è pronto al braccio di ferro: ai sindaci “darò loro un ‘Bigino’ – dice il vicepremier – magari con le figure, così capiscono”. E poi avverte: del decreto sicurezza “non si cambia mezza virgola. Quella è legge e le leggi si applicano”.

Archiviato il caffè con i Comuni, Conte poi partirà per il Niger e il Ciad per far ritorno giusto in tempo per il Consiglio dei ministri in programma giovedì e che dovrebbe varare il ‘Decretone’ su reddito e pensioni. La versione finale del testo è quasi pronta: stando agli annunci infatti sarebbero anche stati trovati i fondi per i disabili, chiesti a gran voce da Salvini con tanto di minacce.

La riunione di governo potrebbe essere anche l’occasione per fare un punto sulla Consob, senza presidente da quattro mesi. Sfumate tutte le candidature di cui si è parlato nelle ultime settimane (Minenna, Masciandaro, Pinardi) Lega e 5S sono alla ricerca di un profilo accademico che sia in grado di ottenere il nulla osta del Quirinale.

Tornando in Parlamento, l’appuntamento è invece per martedì quando in conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama i Dem chiederanno di calendarizzare “immediatamente” la mozione presentata da Mauro Laus (Pd), a cui dovrebbe affiancarsi anche una mozione a firma di Forza Italia. L’obiettivo è quello di “stanare” Matteo Salvini, obbligandolo la Lega ad una scelta.

E proprio per evitare di essere messi all’angolo i leghisti sono già pronti a chiedere un rinvio dell’esame: prima la pubblicazione, prevista per fine gennaio, dell’analisi costi benefici e poi la discussione nelle aule parlamentari, è la tesi che sosterranno. E comunque, assicurano, ove mai si arrivasse ad un voto del Parlamento la maggioranza si farà trovare pronta con una linea condivisa.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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