Stretto controllo tra M5S e Lega, ma c’è rischio manovra bis

Matteo Salvini e Luigi di Maio in Parlamento. No Ue
Matteo Salvini e Luigi di Maio in Parlamento. (ANSA)

ROMA. – Due strade parallele che, spesso, si sovrappongono nel giro di una manciata di giorni. O addirittura si incrociano, come venerdì a Rigopiano, quando alla commemorazione della tragedia di due anni fa saranno presenti entrambi i leader-vicepremier. E’ una marcatura a uomo, anche geografica, quella che Luigi Di Maio e Matteo Salvini mettono in campo in vista delle Europee.

Abruzzo, Sardegna, Europa, sono le mappe dove, nei giorni iniziali della lunga campagna per le Regionali e le Europee, M5S e Lega stanno muovendo le loro pedine, con un unico obiettivo comune: puntare, a maggio, ad una ribaltone ai piani alti di Bruxelles per evitare la scure dell’Ue sul debito. Anche perché, se una procedura d’infrazione è stata per ora evitata nulla, anche stando alle previsioni più ottimistiche, può far pensare che, al 100%, in aprile non ci sia una manovra correttiva.

Il rischio è che dopo la riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo del 22 gennaio, l’Europa mantenga il suo atteggiamento di prudente attesa, non facendo scattare la procedura d’infrazione ma auspicando, tuttavia, una correzione “spontanea” sui conti da parte del governo. E le previsioni di una stagnazione (che viene subito prima della recessione), citate dallo stesso ministro del Tesoro Giovanni Tria non schiariscono, di certo, il cielo della prossima primavera sui conti italiani.

Ad aprile, quando il governo metterà mano al Def, si vedrà, mentre per ora, nel governo non c’è ancora aria di allarme. Anzi, i giallo-verdi si preparano a varare, giovedì, il decretone che contiene le due misure bandiera, reddito di cittadinanza e quota 100.

Nel frattempo, una sorta di offensiva precauzionale anti-Ue torna ad emergere dai quartier generali dei due alleati. L’attacco di Salvini alla Bce, che avrebbe messo nel mirino gli Npl delle banche italiane, arriva fragoroso e incassa un freddo “no comment” da parte di Tria. Mentre Di Maio rilancia il manifesto “anti-sprechi” in Ue e affonda sul “mea culpa” di Jean Claude Juncker sull’austerity parlando di “lacrime di coccodrillo”.

Accomunati dalla battaglia anti-rigore, M5S e Lega, in vista delle Europee, vedono tuttavia le proprie strade correre su direttrici politiche molto diverse. Anche per questo la vigilanza del governo sui lavori parlamentari è massima, per evitare qualsiasi trappola. La legittima difesa e il ddl sul referendum propositivo procedono alla Camera paralleli, con la maggioranza compatta su entrambi anche perché consapevole che, affondare su una misura avrebbe un effetto consequenziale sull’altra.

Ma il rischio di nuove fratture resta. Sulle Autonomie, ad esempio, che continuano a non convincere una parte del M5S. E sulla Tav, soprattutto. L’analisi costi-benefici è ormai in dirittura di arrivo, un vertice di governo ad hoc potrebbe tenersi nei prossimi giorni o addirittura ore. E la pressione sulla Lega, che tergiversa sull’approdo in Aula della mozione Si Tav del Pd, si fa via via crescente.

Ad accendere il clima, adesso, per la prima volta, Alessandro Di Battista fa sentire il suo peso attaccando frontalmente Salvini per la partecipazione alla cena di beneficienza organizzata da “Fino a prova contraria” e con la partecipazione di diversi renziani, tra i quali Maria Elena Boschi. “Salvini torna in te, cosa ci vai a fare a una cena da ancien régime?”, affonda il “Dibba” dando espressione così alla duplice voce con cui il Movimento potrebbe esprimersi: quella “movimentista” del frontman 5s e quella governista di Di Maio.

(di Michele Esposito/ANSA)

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