Curarsi è un lusso per 5,5% delle famiglie, quasi l’8% al Sud

In primo piano tettuccio di un'autoambulanza, in secondo piano una finestra di ospedale con dei medici in camice bianco. Cure
In primo piano tettuccio di un'autoambulanza, in secondo piano una finestra di ospedale con dei medici in camice bianco.

ROMA. – Siamo fra i paesi con i migliori risultati sanitari nel mondo con costi controllati, ma aumenta l’impoverimento delle famiglie quando ci sono situazioni sanitarie complesse, mentre le spese sanitarie sono un lusso per il 5,5% dei nuclei, che arriva quasi all’8% fra le famiglie del Sud. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto C.R.E.A. Sanità – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” che sarà presentato la prossima settimana.

Il 17,6% delle famiglie residenti (4,5 milioni) ha dichiarato di aver cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici (100.000 in più rispetto al 2015), e di queste 1,1 milioni le hanno annullate del tutto. Il Mezzogiorno è l’area più colpita (5,6% delle famiglie), seguita dal Centro (5,1%), dal Nord-Ovest (3,0%) e dal Nord-Est (2,8%).

Il disagio economico per le spese sanitarie (una combinazione di impoverimento per consumi sanitari e “nuove” rinunce per motivi economici), è sofferto dal 5,5% delle famiglie, ed è significativamente superiore nel Sud del Paese (7,9% delle famiglie). L’incidenza del fenomeno dell’impoverimento aumenta, registrando 416.694 famiglie che hanno peggiorato la propria condizione economica (l’1,6% del totale).

Aumenta l’incidenza nelle realtà del Nord e si riduce in quelle del Sud. Il valore massimo si raggiunge nel Lazio, dove il 2,7% delle famiglie risultano impoverite; il valore minimo nelle Marche, dove solo lo 0,8% versano in tale condizione.

Rispetto all’anno precedente si è registrata una riduzione del disagio nelle Regioni del Centro e del Nord ed un sensibile aumento in quelle del Sud (dall’8,3% all’8,4%), in particolare in Calabria, Sicilia e Umbria. All’estremo opposto troviamo il Trentino Alto Adige, dove solo il 2,3% delle famiglie residenti è in condizioni di disagio economico dovuto ai consumi sanitari, e la Lombardia con il 3,1%.

La spesa privata pro-capite italiana nel quinquennio 2012-2017 ha registrato un tasso di crescita medio annuo dell’Italia superiore a quello di EU-Ante 1995, raggiungendo 37,8 miliardi di euro (624 euro pro-capite, +4,4% rispetto al 2016). A livello regionale, i valori massimi si rilevano in Valle d’Aosta e Lombardia (rispettivamente 1.202,8 euro e 927,8 euro), mentre all’estremo opposto si collocano Campania (300,5 euro) e Calabria (380,8 euro): le differenze di spesa nelle Regioni sono ormai al 90% attribuibile alla componente privata: la differenza di spesa privata tra la Regione con spesa massima e quella con spesa minima è pari a 902,2 euro.