Addio Maritsa, la nonna da Nobel che aiutò i migranti

Maritsa mentre da il latte ad un bimbo appena sbarcato.
Maritsa mentre da il latte ad un bimbo appena sbarcato. (Archivio Lefteris Partsalis)

ROMA. – La sua immagine divenne il simbolo della Grecia piegata dalla crisi economica che però non rinunciava alla sua leggendaria ‘filoxenìa’ (ospitalità) ed umanità: Maritsa Mavrapidou, l’anziana signora dell’isola di Lesbo che divenne celebre per una foto in cui lei ed altre ‘nonne’ davano il latte con il biberon ad un neonato arrivato su una barca di migranti, è morta all’età di 89 anni.

La foto la rese celebre, tanto che lei e le sue compaesane furono anche candidate al Nobel per la pace. “Noi abbiamo accolto i rifugiati perché anche noi discendiamo da rifugiati”, disse in un’intervista nel 2015, al culmine della crisi migratoria in Grecia, riferendosi al fatto che la sua famiglia era arrivata a Lesbo dalla Turchia, quando nel 1922 ci fu un traumatico scambio di popolazione tra i due paesi.

Le tre nonne della foto passarono mesi, nel 2015, sulla costa dell’isola. Portavano vestiti e pane fatto in casa ai migranti. “Se stavano male appena scesi dalle barche, li aiutavamo”, disse Maritsa. “Ci comportavamo da esseri umani”. Un’altra nonna del terzetto, Aemilia Kamvysi, ricevuta dal presidente della Repubblica greca Prokopis Pavlopoulos, rispose ai suoi complimenti dicendo “che ho fatto di speciale, figlio mio? Erano persone gentili, che passavano di là”.

L’umanità senza enfasi delle tre anziane rappresentò un momento luminoso nella drammatica crisi dei migranti che coinvolse la Grecia. Oltre la metà del milione di rifugiati che giunsero in Grecia da Iraq, Siria ed Afghanistan tra il 2015 e il 2016 sbarcarono sulle coste di Lesbo, isola dove ancora oggi la condizione di molti di loro resta difficile.

E oggi le reazioni alla sua scomparsa sono state innumerevoli. Il premier Alexis Tsipras ha twittato: “Maritsa Mavropoulou, una delle tre nonne di Lesbo che ha aperto le braccia ai profughi arrivati sull’isola, ci ha lasciato. Nonna Maritsa sarà per sempre un simbolo di solidarietà e amore. Condoglianze alla sua famiglia”.

Kyriakos Mitsotakis, leader dell’opposizione conservatrice, ha detto in un messaggio che la nonna di Lesbo era “l’immagine dell’umanità dei greci. Ho sentito il calore della sua anima. Le dico addio con emozione”. Cordoglio anche dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, che ricorda come “l’iconica fotografia di Maritsa Mavrapidou, Efstratia Mavrapidou e Aimilia Kamvysi che allattano un piccolo rifugiato nel villaggio di Skala Sikamineas a Lesbo mostrò la compassione greca per i rifugiati e commosse il mondo”.

La fotografia scattata da Lefteris Partsalis fece conoscere al mondo le azioni delle nonne di Lesbo, e portò alla candidatura per il Nobel per la Pace. “Maritsa Mavrapidou ci ha ricordato i nostri ideali fondamentali e il rispetto per la dignità umana”, ha commentato il rappresentante dell’Unhcr in Grecia Philippe Leclerc.

(di Patrizio Nissirio/ANSAmed)

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