Le guerre stellari di Trump, armi anti-missili in orbita

Vista della terra da un oblò di astronave
Vista della terra da un oblò di astronave

WASHINGTON. – Donald Trump si prepara per le guerre stellari e chiede di rafforzare lo scudo missilistico che protegge l’America e i suoi alleati: non solo dalle potenziali minacce di Iran e Corea del Nord, ma anche da quelle di Cina e Russia.

Un ritorno alla linea della Guerra Fredda, dunque, che riecheggia lo Star Wars Program di Ronald Reagan, datato 1983, e che prevede lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di contrastare ogni pericolo anche dallo spazio, con l’uso di droni armati di laser e satelliti con sensori sempre più sofisticati per intercettare e colpire anche i razzi più veloci. Lo spazio per il presidente americano è “il nuovo terreno di battaglia”, con il ruolo di leadership che sarà affidato a quella Space Force che la Casa Bianca ha già ordinato di organizzare entro il 2020.

E’ stato durante una visita al Pentagono che Trump ha illustrato la tanto attesa nuova strategia, proponendo costosi investimenti per ammodernare un sistema definito obsoleto. Incurante, tra l’altro, delle polemiche per lo shutdown più lungo della storia Usa e per il momento di incertezza che caratterizza la leadership dello stesso Dipartimento della difesa dopo l’addio di James Mattis.

“Entriamo in una nuova era della difesa missilistica. Il mondo cambia e noi dobbiamo cambiare più velocemente degli altri”, ha sottolineato il tycoon, avendo ben in mente in particolare la corsa al riarmo di Pechino e di Mosca. Con lo zar del Cremlino Vladimir Putin che ultimamente ha presentato con grande enfasi il nuovo supermissile ipersonico che rappresenta una potenziale enorme minaccia per gli Usa e per i suoi partner dentro e fuori la Nato.

Ed è proprio all’Alleanza Atlantica che Trump ha rivolto l’ennesimo monito: “Gli Stati Uniti vi sostengono al cento per cento, ma dovete pagare di più. L’America – ha ribadito il tycoon recitando uno dei suoi leit motiv preferiti – sta proteggendo paesi molto ricchi che possono benissimo pagare da soli per la loro protezione. E vedere la Germania che paga meno dell’1% è ingiusto”.

Ma l’attacco più duro come al solito lo ha riservato all’Iran, che nella visione del presidente americano in questa fase rappresenta la minaccia più grande, il più pericoloso di quelli che ha definito “paesi ostili”. Nella nuova strategia di difesa antimissilistica – secondo quanto riportano i media – ci sarebbe spazio anche per i discussi F35, i jet supersonici che dovrebbero far parte di quel sistema di protezione che dovrà essere in grado di sventare ogni tipo di attacco missilistico, quelli sferrati sia con razzi balistici che con vettori ipersonici, ha sottolineato il tycoon.

Resta comunque fermo il principio che il ‘bottone rosso’ per innescare i missili Usa sarà attivato solo nel caso della necessità di difendere gli americani, e non per attaccare. C’e’ però un ostacolo da superare: il voto del nuovo Congresso spaccato a metà tra repubblicani e democratici. Sono Camera e Senato infatti che dovranno votare sia la proposta della costituzione di una Space Force sia gli investimenti per prepararsi allo scenario delle guerre stellari.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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