Mattarella: “L’Unione Europea comunità di valori per la convivenza”

Berlino - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Cancelliera Angela Merkel.
Berlino - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Cancelliera Angela Merkel. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

BERLINO. – La “manovra del popolo” preoccupa la Germania e tocca al presidente europeista rassicurare gli interlocutori tedeschi. Strana visita questa del presidente della Repubblica a Berlino dove è stato accolto con grande curiosità, in un momento delicatissimo del percorso europeo e mentre al Quirinale è atteso l’arrivo del testo finale delle riforme simbolo del governo giallo-verde: il reddito di cittadinanza e la cosiddetta “quota 100” per le pensioni.

“Con l’Italia lavoriamo in un clima di fiducia”, premette la cancelliera Angela Merkel a Mattarella all’inizio di un denso colloquio di quasi un’ora. “Apprezzo lo stile di Giuseppe Conte, molto pacato. Mi concentro su di lui piuttosto che su quello che dicono i singoli ministri”, aggiunge subito quasi a voler sgombrare il campo da ogni equivoco di interpretazione.

La Germania infatti da tempo segue una linea prudente nei confronti dell’Italia mostrando di non voler dar peso a eccessi verbali per concentrarsi sui contenuti e sulle scelte formali del governo italiano. E pronta arriva la risposta del premier Conte che fa filtrare la sua “soddisfazione” per le parole di “superAngela”. Ma la curiosità resta e la cancelliera tenta di sfondare la proverbiale riservatezza di Mattarella chiedendogli dei contenuti del “decretone” varato dal Consiglio dei ministri.

Tocca così allo “stimatissimo” (fonte cancelleria) Mattarella rassicurare la Merkel sulla manovra: il presidente premette che il provvedimento è stato approvato solo ieri, confermando però che i saldi sono quelli contenuti nella manovra. Che è già passata al vaglio della Commissione europea. Risposta che rientra in pieno nella filosofia presidenziale di non ingerire mai nelle politiche che spettano all’esecutivo. In questa fase contano i saldi ed infatti anche la cancelliera approva spiegando quanto sia importante che un Paese fondatore dell’Unione europea non sia caduto nell’abisso di una procedura d’infrazione.

La giornata berlinese di Mattarella non è stata spesa solo in compagnia di Angela Merkel e non solo di manovra si è discusso. In mattinata il capo dello Stato ha parlato al suo omologo Frank-Walter Steinmeier della necessità di riprendere la marcia europea e dei pericoli della Brexit sulla quale la Gran Bretagna “deve fare chiarezza”. Tra Roma e Berlino c’è grande sintonia europea ma ciò non basta, bisogna analizzare gli errori del passato.

E Sergio Mattarella prende spunto dall’autocritica del presidente della Commissione Jean Claude Juncker sull’eccesso di austerity voluto da Bruxelles. “L’Unione Europea non è un comitato d’affari ma una comunità di valori sulla quale si costruisce la convivenza dei popoli europei e la coesione sociale è importante nella vita comunitaria”, scandisce Mattarella dal palazzo presidenziale. “Bisogna quindi – aggiunge – dialogare con le persone che la pensano diversamente, questa è la chiave dell’Unione Europea. Bisogna confrontarsi, dialogare e trovare insieme soluzioni condivise”.

Pienamente d’accordo Steinmeier che chiosa: “abbiamo bisogno dell’Italia, di un’Italia che dia un contributo all’Unione Europea perché sia pronta alle sfide, per affrontare il futuro. Sono fiero di avere al mio fianco un europeista italiano”.

Sintonia totale quindi tra Roma e Berlino. Nonostante un vento antitedesco che da anni serpeggia tra parte della politica e dell’opinione pubblica italiana. Nonostante la Germania vada dritta nella sua visione di integrazione “con chi ci sta”; nonostante stia cercando di rinsaldare il tradizionale asse franco-tedesco con Emmanuel Macron.

Ma l’Italia c’è e serve anche alla visione tedesca. Al punto che la Merkel si sbilancia su un tema delicatissimo di politica estera come la Libia: al momento la posizione tedesca sul dossier è più vicina a quella italiana che a quella francese.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)