Davos, Di Sibio (Ey): “L’Italia deve puntare sull’high tech”

Il logo di ZTE Corporation con l'indicazione del 5G.
Il logo di ZTE Corporation con l'indicazione del 5G. EPA/STRINGER

DAVOS. – Combattere la disoccupazione giovanile, che è il male principale dell’Italia, con un rilancio degli investimenti in high tech, dove l’arrivo del 5G può “realmente far decollare l’intelligenza artificiale”. E’ la ricetta che Carmine Di sibio, global general manager di Ernst & Young e da luglio nuovo Ceo e presidente della ‘big 4’ colosso della consulenza, ha per il suo Paese d’origine. Dove vede punti di forza – “combinare la creatività italiana alla tecnologia” permetterebbe all’Italia “sbloccare il suo potenziale”.

Ma anche una debolezza intrinseca: è urgente “risolvere quello che è il problema più grande per questo Paese a cui sono così legato, la disoccupazione giovanile, la vediamo ovunque in Europa con tanti giovani italiani costretti a lavorare all’estero”. L’analisi del supermanager originario della provincia di Avellino, ma naturalizzato americano, arriva in un’intervista all’ANSA a margine del Forum economico mondiale.

Dove Di Sibio sfata alcuni luoghi comuni, ad esempio che l’Europa sia un’economia in perenne difficoltà. Invece l’economia europea “è andata bene” reggendo alle numerose sfide globali che agitano il Forum economico mondiale: dazi, Brexit, Cina in frenata. Certo “guardando in avanti, per non rimanere indietro saranno importanti gli investimenti in tecnologia. Specie per l’Italia”.

Tifoso del Napoli, a Di Sibio si illuminano gli occhi quando parla del suo Paese originario. “Vorrei vedere sempre l’Italia in positivo ma devo riconoscere che è un paese che deve focalizzarsi davvero su tecnologia e innovazione”. Ricorda, DI Sibio, che “gli italiano sono noti per essere incredibilmente creativi, se combini la tecnologia e il know how con la creatività ottieni un grande potenziale di crescita”.

Quello che serve in questi tempi di “minore ottimismo”, lo chiama così Di Sibio descrivendo il clima a Davos, con una crescita globale rivista al ribasso e con gli occhi di tutti puntati su Brexit, sui dazi e sulle difficoltà per la Cina, i tre grandi rischi che offuscano l’orizzonte economico.

(di Domenico Conti/ANSA)