Scritte contro Rossa. Mattarella: “Non abbassare la guardia”

Il Presidente Sergio Mattarella a Genova nello stabilimentto ArcelorMittal saluta ,in occasione della cerimonia commemorativa del 40° anniversario dell'uccisione di Guido Rossa. Immagine d'archivio.
Il Presidente Sergio Mattarella a Genova nello stabilimentto ArcelorMittal saluta ,in occasione della cerimonia commemorativa del 40° anniversario dell'uccisione di Guido Rossa. Immagine d'archivio. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

GENOVA. – Genova non se l’aspettava di veder scritto sulle sua mura ‘Guido Rossa infame’ anche e soprattutto nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva in città allo stabilimento Ilva-ArcelorMittal per ricordare il sindacalista della Fiom Cgil ucciso dalle Brigate Rosse a Genova il 24 gennaio 1979.

Oltre alle ingiurie a Rossa anche altre due scritte: una ‘dedicata’ a un giornalista definito “sciacallo” e “Mara Cagol, Tino Viel, Ginfranco Zoia vivono”, una commistione tra la fondatrice delle Brigate Rosse Margherita ‘Mara’ Cagol, moglie di Curcio, uccisa alla Cascina Spiotta (che ‘toccò’ la Liguria durante il convegno di Chiavari dove venne decisa la nascita delle Br) e due componenti della XXII Ottobre: Augusto ‘Tino’ Viel, ex Gap e Gianfranco Zoia, entrambi liguri morti nel 2018.

Scritte senza firma, probabilmente attribuibili a qualche antagonista, sulle quali indaga la Digos e che sono state commentate da tutti come ‘indecenti’, ‘oscene’, ‘ignobili’. Perché Genova non dimentica. E la giornata è del resto carica di significato, con il quarantennale dell’omicidio del sindacalista della Cgil Guido Rossa commemorato all’Italsider, poi Ilva e oggi ArcelorMittal, con anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E proprio di terrorismo e della necessità di assicurare alla giustizia gli autori condannati per delitti degli anni di Piombo ha parlato il presidente, nel suo primo intervento sul tema dalla cattura ed estradizione di Cesare Battisti. “La battaglia per la libertà non concede tuttavia tregua – ha anche ammonito il presidente -. I fantasmi del passato sono sempre in agguato”.

“E’ lunga la sequela di nomi e di vite spezzate – ha detto Mattarella -. Ancora ci chiediamo come sia potuto accadere”, un “interrogativo attuale per una democrazia che voglia saper vivere e affrontare le proprie contraddizioni per impedire che forze oscure avvertano nuovamente la tentazione di tornare all’attacco”.

Il Presidente ha poi ricordato la “lungimiranza di uomini di governo e delle istituzioni rappresentative, alla dedizione di uomini delle forze dell’ordine, di magistrati, di sindacalisti, di insegnanti, di tanti cittadini che hanno saputo respingere la barbarie, la violenza, l’odio, la sopraffazione. A decenni di distanza quell’impegno non può dirsi del tutto concluso”.

“L’azione delle istituzioni per ristabilire piena luce, dove questa è ancora lacunosa, non può fermarsi – ha detto ancora -. Così come una definitiva chiusura di quella pagina richiede che sia resa compiuta giustizia, come ogni atto utile affinché rendano testimonianza e scontino la pena loro comminata quanti si sono macchiati di gravi reati e si sono sottratti con la fuga alla sua esecuzione”.

Oltre all’importanza di garantire a Genova che dopo il crollo del Ponte Morandi, “la ricostruzione del ponte – ha detto -, in tempi certi, sia un apriorità nazionale”, Mattarella ha ricordato Eros Cinti, l’operaio morto qualche giorno fa in Ansaldo: “Sono morti inaccettabili. Mentre ci uniamo all’immenso dolore dei suoi cari, dobbiamo ribadire che la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale di cittadinanza”.

(di Chiara Carenini e Sabina Rosset/ANSA)

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