I robot umanoidi debuttano negli ospedali italiani

Joan Escarrabell accarezza Pepper il primo robot in ospedale..
Joan Escarrabell accarezza Pepper il primo robot in ospedale. EPA/Marta Perez

ROMA. – I robot umanoidi si preparano a debuttare negli ospedali italiani: R1 accompagnerà i pazienti a fare gli esami, e cercherà anche di capirne emozioni e condizioni fisiche per fare una prima diagnosi. Pepper si darà da fare monitorando le stanze, per avvertire medici e infermieri in caso di emergenze. Dopo la sperimentazione pilota fatta a novembre presso la Casa Sollievo della Sofferenza di Giovanni Rotondo (Foggia), ad aprile ne partirà un’altra di 2-3 anni nello stesso istituto, oltre che in altri ospedali italiani e francesi.

La ricerca vede la collaborazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, dove è nato R1, con le aziende Konica Minolta Europe, specializzata in intelligenza artificiale, e la giapponese Softbank, produttrice di Pepper. Dopo i robot per la chirurgia, la riabilitazione, quelli radio-chirurgici non invasivi e per l’industria farmaceutica, ora è la volta di quelli umanoidi, che aiuteranno medici e infermieri nel loro lavoro.

“Gli ospedali ci hanno detto che non hanno forza lavoro sufficiente per fare ronde continue nelle stanze e accompagnare i pazienti a fare gli esami. Per queste attività non serve personale specializzato, ma un robot può essere molto utile”, precisa Francesco Puja, del laboratorio di Roma della Konica Minolta.

I robot sanno riconoscere oggetti e persone ed interagire con dottori e pazienti, comprendendone i comportamenti per muoversi in autonomia nell’ospedale. Nel test fatto tra ottobre e novembre scorso, Pepper ed R1 (già protagonisti di altre sperimentazioni nel mondo) sono stati messi alla prova nel reparto di geriatria. “Abbiamo deciso di provarli entrambi perché hanno caratteristiche diverse: R1 è un robot di ricerca, mentre Pepper è già un robot commerciale”, continua Puja.

Pepper ha monitorato le stanze dei pazienti, allertando i medici in caso di pericolo (ad esempio se il malato cadeva dal letto o in bagno), e restandovi fino al suo arrivo. R1 invece ha assistito i malati nella routine quotidiana, accompagnandoli a fare esami o terapie. Entrambi i robot hanno le braccia, si muovono su ruote e parlano.

R1 per il 50% ha una struttura fatta con materiali plastici, ed è dotato di un’intelligenza artificiale che gli permette di interagire con l’uomo. Grazie a questa caratteristica, conclude Puja, “sarà utilizzato in ospedale anche per capire le emozioni e lo stato fisico del paziente. Durante l’interazione potrà inoltre raccogliere dati utili per fare una prima diagnosi, ad esempio giocando con i bambini per capire se soffrono di autismo”.

R1 è stato creato per essere utilizzato in numerosi contesti, “dalla sorveglianza e riabilitazione fino all’assistenza in ambito domestico e ospedaliero”, aggiunge Giorgio Metta, responsabile del progetto R1. La sperimentazione che partirà ad aprile vedrà coinvolto l’ospedale pugliese, uno romano e un altro francese, e l’idea è di impiegare più robot R1 e Pepper in reparti diversi. Ma i ricercatori di Konica Minolta stanno lavorando anche a tecnologie digitali che aiutino a capire il significato di documenti medici, l’analisi di dati e immagini di malati.

(di Adele Lapertosa/ANSA)

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