Memoria Salvini in Giunta sul caso Diciotti. Il M5S in attesa

La nave Diciotti, della Guardia Costiera italiana ormeggiata al porto di Catania. Salvini
La nave Diciotti, della Guardia Costiera italiana ormeggiata nel porto di Catania. (ANSA)

ROMA. – Matteo Salvini ha scelto di non esserci ma di scrivere, perché “scripta manent”. Il ministro dell’Interno risponderà con una memoria, nero su bianco, all’invito della Giunta per le immunità del Senato che sta valutando la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, e che si riunirà giovedì alle 8.30. Il tribunale dei ministri di Catania contesta a Salvini il reato di sequestro di persona aggravato dei 177 migranti soccorsi ad agosto dalla nave militare italiana Diciotti e rimasti alcuni giorni a bordo, prima dell’ok a sbarcare.

Darà quindi la sua versione dei fatti per iscritto. Entro fine mese, quando il voto passerà all’Aula del Senato (palese, in entrambi i casi), ci metterà la faccia. Sceglie il profilo basso il vicepremier leghista, complice forse le recenti tensioni con l’alleato di governo, che sul voto resta in standby.

Nessuna decisione politica è stata presa, ripetono in coro i senatori 5S dopo una riunione in mattinata. Ufficialmente è un’assemblea di routine per fare il punto settimanale a Palazzo Madama, spiegano uscendo un paio di ore dopo. Ma inevitabile che il caso Diciotti sia finito sul tavolo, in giorni di sospetti incrociati che il voto su Salvini sia scambiato con un sì o no al Tav.

Continua a escluderlo il leader della Lega: “Chi la pensa così, andrebbe curato”, sentenzia perché “non è un suk”. Da qui le rassicurazioni sulla sorte del governo: non è “per nulla” legata al caso Diciotti, “il governo va avanti e abbiamo tante cose da fare”, è il suo mantra. A poco più di 24 ore dalla seconda riunione della Giunta, sullo scacchiere le pedine restano ferme. Aspettano la mossa di Salvini che entro giovedì mattina invierà la sua memoria (mercoledì scorso la Giunta gli ha dato 7 giorni per un’audizione o per presentare documenti, opzioni che poteva anche rifiutare).

“Attendiamo la memoria, la esamineremo anche con Luigi Di Maio”, si limita a dire Mario Michele Giarrusso, senatore 5S che della Giunta fa parte. E attendono di leggere se alle sue carte sarà allegata la ‘versione’ del resto del governo. Non dovrebbe esserci invece la memoria del premier Conte, insieme all’altro vice Di Maio e al ministro dei Trasporti Toninelli, annunciata una settimana fa dal M5s ma tecnicamente impossibile come un documento a sé.

Un escamotage per rafforzare il concetto che la decisione sulla Diciotti fu collegiale, non del singolo. A ricordarlo è pure Salvini: “Porto uno scritto perché scripta manent, spiegando quello che non ho fatto da solo ma tutti insieme per la sicurezza, per difendere i confini, la legalità”. E aggiungendo che “ci sono passaggi importanti che è bene che vengano letti, e non ascoltati, perché sulle parole scritte l’interpretazione è una sola”.

Giovedì quindi la riunione dovrebbe essere molto breve, il tempo di riferire della memoria (che poi i 23 senatori-commissari leggeranno) e fissare la data della prossima. Deadline per la Giunta il 23 febbraio, in Aula altri trenta giorni.

(di Michela Suglia/ANSA)

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