Sci: Italia d’oro a Mondiali Aare, Paris domina SuperG

Dominik Paris passando una porta nel Super G di Are.
Dominik Paris passando una porta nel Super G di Are. Immagine d'archivio.EPA/ANDERS WIKLUND SWEDEN OUT

AARE (SVEZIA). – Partenza fulminante degli azzurri ai Mondiali di Aare. Dopo lo strepitoso argento di Sofia Goggia è arrivato anche l’oro di Dominik Paris nel superG per l’Italia che, dopo due giorni di competizioni, guida nettamente il medagliere iridato. Un Dominik Paris – anzi Domme, come lo chiamano amici e compagni – supergigantesco ha infatti vinto la difficile, spettacolare e molto emozionante gara, precedendo di soli nove centesimi il francese Johann Clarey e l’austriaco Vincent Kriechmayr, che con il tempo di 1.24.29 si sono divisi la medaglia d’argento, lasciando così vuoto il terzo gradino del podio.

All’impresa di Paris – testimonianza come nel superG donne che c’è un’Italia tutta d’attacco – hanno fatto da coronamento il quarto splendido posto di Christof Innerhofer – che fu a sua volta oro in superG ai Mondiali di Garmisch 2011 – in 1.24.55 e l’ottavo di Mattia Casse. Matteo Marsaglia è invece finito fuori pista dopo una caduta senza danni in un gara interpretata senza risparmio.

Aare – dopo il titolo vinto da Patrick Staudacher nel mondiale del 2007 – regala così all’Italia il secondo oro in superG, la disciplina più difficile in assoluto. Si viaggia tra le porte a più di 100 kmh e, contrariamente alla discesa, non vi sono prove cronometrate. In una sola ispezione bisogna memorizzare i passaggi più difficili, calcolare la velocità con cui affrontarli ed individuare le linee migliori.

Una velocità troppo elevata in una porta può causare errori fatali nella successiva. Tutto ciò è accaduto anche oggi a fior di campioni che non sono riusciti a domare la difficile pista svedese con belle curve, una sfilza di dossi, una vertiginosa traversa, un canalone ad imbuto ed un salto di una cinquantina di metri.

Nessuno è riuscito in realtà – come succede spesso ma specie in questa disciplina – ad arrivare al traguardo senza errori. E’ stata così una gara tra chi sbaglia meno. E’ successo anche a Domme, bravissimo sino a tre quarti di gara anche se non sempre il migliore agli intermedi e che nel tratto finale, ha dovuto correggere la linea, rallentando inevitabilmente.

Lui stesso, tagliato il traguardo, non era così certo della bontà della sua prestazione visto poi che Kriechmayr in quel passaggio gli aveva recuperato qualche decimo agguantando cosi il podio. Ma se quella di Paris non è stata una gara perfetta, di certo è stata la migliore. Quella che vale oro. E tanto basta.