La Francia protesta con Di Maio, lite sui gilet gialli

Gruppo di gilet gialli in protesta per le strade di Parigi.
Gruppo di gilet gialli in protesta per le strade di Parigi. EPA/CAROLINE BLUMBERG

PARIGI. – “Basta ingerenze”. All’indomani della visita del vicepremier italiano Luigi Di Maio, accompagnato da Alessandro Di Battista, ad alcuni rappresentanti della lista Ric dei gilet gialli nella banlieue di Parigi, la Francia tuona contro quella che considera una pericolosa invasione negli affari interni della République. “Questa nuova provocazione – ha deplorato il ministero degli Esteri di Parigi – non è accettabile tra Paesi vicini e partner in seno all’Unione europea”.

Quindi l’accorato invito al “signor Di Maio, che ha responsabilità di governo, a fare attenzione a non nuocere, attraverso le sue ripetute ingerenze, alle nostre relazioni bilaterali, nell’interesse sia della Francia sia dell’Italia”. Insomma, si apre un altro fronte di scontro tra Roma e Parigi dopo le bordate delle settimane scorse.

In giornata anche la candidata capolista del Ric (Ralliement d’Initiative Citoyenne), Ingrid Levavasseur, aveva preso le distanze dalla riunione tenutasi ieri all’Hotel de France di Montargis. Intervistata dall’ANSA, l’infermiera trentunenne si è detta “sbalordita” per un’iniziativa “di cui sono stata avvertita solo all’ultimo, organizzata alle mie spalle” dal sedicente ‘portavoce’ del Ric Christophe Chalencon. Che, ha affermato Levavasseur a chiare lettere, “non ci rappresenta”.

Ciò che ha fatto il controverso fabbro del Vaucluse è stato a suo avviso “disdicevole”. Chalencon, che ieri si è intrattenuto per circa due ore e mezzo con la delegazione pentastellata insieme ad alcuni candidati del Ric, “non è mai stato portavoce e comunque, pure se si è presentato in questo modo ai media, dopo quello che ha fatto non lo sarà più”.

Quanto a Di Maio, ha proseguito la capolista, “non dico che non dobbiamo incontrarlo. Anzi, ne sarei onorata, ma non ora, è troppo presto”. Quindi niente viaggio, come sostenuto ieri da Chalencon, la settimana prossima in Italia? “Quale viaggio? A dire il vero lo sto apprendendo ora. In ogni caso, se dovessi andare a Roma per incontrare Di Maio, non lo farò certamente al fianco di Chalencon”. Soprattutto, per Levavasseur, bisogna “fare le cose per bene” e “dare tempo al tempo”.

L’incontro con il leader M5S “ho sempre detto che avrei voluto organizzarlo a fine febbraio, quando ci saremo strutturati meglio. Mi dispiace solo che Di Maio sia rimasto spiazzato da tutta questa situazione e non è certo colpa sua”. La giovane mamma ‘cittadina in gilet jaune’, che oggi avrebbe avuto dei contatti telefonici con il leader pentastellato per spiegare la sua posizione, ha frenato anche sull’ipotesi di un patto elettorale con il M5S.

“Un’alleanza – ha affermato – è qualcosa di molto forte, non è qualcosa da prendere alla leggera, ma il dialogo sì. Per il momento non escludo progetti che vadano al di là della nostra lista, anche perché prima di aprirci all’esterno dobbiamo costruire le nostre fondamenta, con persone di fiducia. E’ a quel punto che potremo incontrare Di Maio e perché no, anche esponenti di altri Paesi”.

Del resto, in una nota diffusa in serata, gli eurodeputati M5S Correo, Castaldo e Beghin hanno sostenuto di “non cercare alleanze”, ma solo “un dialogo continuo” con la controparte francese. Mentre il vicepresidente del Parlamento Ue, l’eurodeputato M5S Fabio Massimo Castaldo, che ha partecipato all’incontro, non si è sentito di “escludere nulla”. Anche se quello transalpino, ha tenuto a puntualizzare, “è un movimento che è totalmente in divenire”.

Sulla questione di un possibile patto all’Eurocamera si è espresso oggi anche Bernard Tapie. Lo storico presidente dell’Olympique Marsiglia, ex ministro e tycoon nonché ‘sostegno morale’ – secondo le parole della stessa Levavasseur – alla lista Ric, ha avvertito che “il giorno in cui Ingrid si vorrà alleare con chicchessia, il suo movimento finirà. I gilet gialli – ha aggiunto l’uomo che ancora combatte dinanzi alla giustizia per affermare la sua innocenza nello scandalo sull’arbitrato Adidas/Crédit Lyonnais per cui è stato condannato in appello – sono nati dal rigetto dei politici. Qualsiasi alleanza farebbe venir meno il loro motivo di essere, sarebbe ridicolo”. Quindi il consiglio alla capolista in giallo affinché “stringa i denti e vada avanti per la sua strada”.

(di Paolo Levi/ANSA)