Linea dura di Macron: “Ora da Roma serve un gesto”

Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante un meeting con gli studenti.
Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante un meeting con gli studenti. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

PARIGI. – “E’ un provvedimento grave, ma la misura era colma. Abbiamo scelto la via istituzionale perché cessi questa escalation di attacchi”. Nei corridoi del Quai d’Orsay non si fa nulla per nascondere la gravità di un momento inedito per i rapporti tra Italia e Francia nel dopoguerra. Macron ha scelto la via “istituzionale” per tornare a quella che ha definito “la relazione di amicizia” fra i due Paesi. Ma su quale sia la forma auspicata da Parigi quando – nella sua dichiarazione di richiamo dell’ambasciatore a Roma Christian Masset – “invita l’Italia ad agire per ritrovare” i buoni rapporti, si fanno soltanto ipotesi.

Il clima è febbrile, la crisi con l’Italia è in apertura dei notiziari radio e tv. I diplomatici francesi ripetono che nel dopoguerra il richiamo di un ambasciatore francese non era mai avvenuto con nessun paese dell’Unione europea. “Vogliamo che le nostre relazioni – spiega all’ANSA una fonte diplomatica francese – tornino sui binari istituzionali e finisca questa escalation di insulti”.

Un’altra fonte definisce l’aspirazione francese come “un disarmo delle dichiarazioni”. “Non ci sono state, oggi, dichiarazioni sui social, in tv o nelle radio dei rappresentanti del nostro governo – sottolineano le fonti – proprio a dimostrazione del nostro auspicio di riportare i rapporti ad un livello consono”.

Le polemiche da parte di esponenti del governo italiano sulla politica economica della Francia in Africa, lo scorso 21 gennaio, avevano spinto Parigi a convocare l’ambasciatrice italiana Teresa Castaldo al Quai d’Orsay. L’ulteriore escalation, indicata da tutte le fonti diplomatiche francesi nell’incontro del vicepremier Luigi Di Maio con esponenti che si sono presentati come appartenenti ai gilet gialli, ha spinto al richiamo dell’ambasciatore.

L’irritazione per la visita era tra l’altro montata con quel tweet celebrativo del capo del Movimento: “Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi”. Immigrazione, Libia, attivisti italiani ricercati e rifugiati in Francia, Tav Lione-Torino, tutti i motivi di attrito di questi ultimi mesi possono essere affrontati “uno per uno, attraverso incontri dei ministri competenti”. Ma la Francia, spiegano ancora le fonti, pretende un metodo ed un linguaggio diversi, anche se ormai – a pochi mesi dal voto europeo – la rottura fra il campo filoeuropeo di Macron e il governo di Roma sembra consumata.

Le “azioni” che la Francia attende dall’Italia sono la chiave per comprendere come verrà ricomposta questa crisi e quando l’ambasciatore Masset potrà riprendere il suo posto a Roma: “Ci aspettiamo un cambiamento – fanno sapere al Quai d’Orsay -. Basta con affermazioni inaccettabili, la Francia chiede che certe cose non accadano più. Oggi è arrivato un messaggio di grande fermezza, proprio per consentire ai canali istituzionali di continuare a lavorare con tranquillità, mantenendo vivi gli interessi comuni e gli accordi che esistono fra i nostri due Paesi”.

(di Tullio Giannotti/ANSA)