Abruzzo prova del nove per Governo. Salvini gela Berlusconi

Si prepare il seggio elettorale per le votazioni di domenica. Abruzzo
Si prepare il seggio elettorale per le votazioni di domenica.

L’AQUILA. – L’Abruzzo al voto, domenica 10 febbraio, ma il risultato che uscirà dalle urne, dopo le 23, a chiusura dei seggi, sarà una prova del nove per il Governo gialloverde. Si guarda a queste regionali, infatti, contrassegnate da una campagna a colpi di leader e di ministri, come primo vero test dopo le Politiche del 4 marzo scorso e prima delle Europee del 26 maggio prossimo, con accorpate le regionali in Piemonte e Basilicata. E il 24 febbraio si vota in Sardegna.

Nella terra di Ovidio, Flaiano, D’Annunzio, Croce, per citarne solo alcuni, Lega e Movimento cinque stelle corrono come avversari. Il centrodestra (con Lega, Fi e Fdi) che ha espresso il candidato presidente, Marco Marsilio, si presenta unito. Ma, si affretta a chiarire alla vigilia del voto il leader della Lega, vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “la Lega si è candidata insieme agli altri partiti del centrodestra per dare un Governo all’Abruzzo ma non è un preludio ad una nuova coalizione politica” perchè – continua – il Governo resta lo stesso anche “dopo le elezioni Europee”.

L’accordo con Berlusconi “È stato fatto solo per l’Abruzzo. Se do la mia parola, la mia parola vale anche oltre i sondaggi”.

L’interesse per ciò che esprimeranno gli elettori in Abruzzo è confermato dalla massiccia presenza di uomini di Governo e leader di partito: su tutti proprio Salvini, e l’altro vicepremier e leader pentastellato Luigi Di Maio. E, a ruota, il presidente azzurro, Silvio Berlusconi. In casa centrodestra, c’è chi dice che, come segnalano i sondaggi nazionali, il pieno dei salviniani potrebbe rimettere in discussione gli accordi in Piemonte e Basilicata, che nell’ ambito del tavolo nazionale della coalizione sono andati a Fi, con l’Abruzzo a Fratelli d’Italia e la Sardegna alla Lega. E potrebbe essere lo stesso Salvini a rimettere in discussione quegli accordi.

Allo stesso modo, se dovesse sfondare il progetto innovativo di centrosinistra, guidato dal vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, con i gruppi civici in evidenza e il Pd in seconda fila, contrariamente a quanto fatto nel 2014 dall’ex governatore ora senatore del Pd, Luciano D’Alfonso, la coalizione nazionale avrebbe trovato una base su cui ripartire: e il segreto, non tanto segreto, è la “cancellazione” dell’esperienza politico-amministrativo degli ultimi cinque anni.

Anche il movimento Cinque stelle, che candida la consigliera regionale uscente Sara Marcozzi, punta a fare un buon risultato per arginare un trend che vede la Lega iniziare a conquistare fette di elettorato dei pentastellati. Luigi Di Maio ha chiuso la campagna elettorale a Montesilvano (Pescara) venerdì sera dopo aver attraversato la regione dalla montagna al mare. “Un buco nella montagna per collegare noi e i francesi ci costa 20 miliardi. Io dico, prendiamo quei 20 miliardi che sono degli europei, prendiamo la quota che spetta a noi e utilizziamola per le nostre priorità come la Roma-Pescara”, ha detto il leader pentastellato chiudendo il suo comizio. Il verdetto ora alle urne.

(di Berardino Santilli e Elisabetta Guidobaldi/ANSA)