Abruzzo, l’analisi del voto: travaso M5S a Lega ma anche a Pd

Operazioni di voto in un seggio in Abruzzo per le votazioni regionali.
Operazioni di voto in un seggio in Abruzzo per le votazioni regionali. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

ROMA. – Sondaggisti uniti nel certificare la perdita di consenso del M5S in Abruzzo, ma divisi su chi si sia accaparrato i consensi in fuga dai pentastellati. C’è chi, come Nicola Piepoli, sostiene che i voti di M5S siano finiti in buona parte al Partito democratico e alle liste civiche ad esso agganciate grazie alla presenza in campo di Giovanni Legnini. D’altra parte, l’Istituto Cattaneo registra uno smottamento di voti consistente a favore della destra (con Marsilio a raccogliere consensi dei pentastellati) simmetrico a un ritorno ‘a casa’ nel centrosinistra.

“Di sicuro – sostiene Renato Mannheimer – si riscontra una certa delusione degli elettori verso M5s, che si sta dimostrando più di protesta: ciò li porta a guardare alla Lega, che invece si presenta come un partito di decisori, un partito del fare”.

Per l’Istituto Cattaneo, che ha analizzato i voti espressi a Pescara ed a Teramo, il M5s è certamente lo sconfitto di queste elezioni perché perde voti (in valore assoluto e in percentuale) non solo rispetto all’exploit del 4 marzo ma anche rispetto alle regionali di cinque anni fa: “segno di una incapacità di radicamento territoriale. Potremmo dividere gli elettori cinquestelle del 4 marzo in quattro gruppi. Ci sono i fedeli, che rinnovano il voto per il proprio partito. Ci sono i disillusi, che passano all’astensione (28% a Pescara, 17% a Teramo)”. E poi “ci sono i traghettati (22% a Pescara, 34% a Teramo), che passano al centrodestra, conquistati probabilmente dal dinamismo dell’azione politica dell’alleato-concorrente di governo Matteo Salvini”.

Nicola Piepoli vede un centrodestra “rafforzato, anche se non ha beneficiato di grandissimi trasferimenti di voti”, sottolineando che i voti che erano usciti dal Pd verso il M5S sono tornati in buona parte a casa, grazie alla candidatura di Giovanni Legnini”.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)