Reddito di Cittadinanza: Guardia di Finanza contro furbetti, più controlli e uomini

Due militari della Guardia di Finanza si dirigono ad effettuare controlli sul Reddito.
Due militari della Guardia di Finanza si dirigono ad effettuare controlli. ANSA/MASCOLO-PORTA

ROMA. – Più controlli e più uomini per contrastare i furbetti del reddito di cittadinanza. In vista dell’entrata in vigore di una delle misure bandiera del governo gialloverde, la Guardia di Finanza mette in campo una serie di misure per evitare che i 7,1 miliardi di fondi pubblici destinati ad oltre 5 milioni di cittadini in povertà finiscano nelle tasche sbagliate.

L’input operativo è indicato nella Circolare contenente le linee d’intervento per il 2019, che il Comando generale ha inviato a tutti i reparti sul territorio. Una serie di obiettivi stilati sulla base delle indicazioni contenute nel Def e nel ‘Rapporto sui risultati conseguiti nel 2018 sul fronte del contrasto all’evasione fiscale e contributiva’ nel quale si sottolineava, tra l’altro, come l’azione dell’amministrazione finanziaria “deve essere prioritariamente orientata a stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti e a potenziare lo sfruttamento delle nuove tecnologie, in modo da favorire l’acquisizione di informazioni rilevanti per eseguire controlli mirati nei confronti dei contribuenti meno affidabili”.

Sulla base di queste direttive la Gdf indica nel documento – una cinquantina di pagine firmate dal comandante generale Giorgio Toschi – tre “obiettivi strategici”: il contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali, il contrasto alla criminalità economica e finanziaria e il contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica. E proprio quest’ultimo punto – che prevede l’attuazione di dieci piani operativi – è quello in cui ricade il reddito di cittadinanza.

“Il comparto operativo – si legge infatti nel documento – assume una rilevanza strategica per il Corpo anche alla luce delle linee d’indirizzo del programma di politica economica e finanziaria del governo le quali, ferme restando le risorse destinate ai rifinanziamenti e agli impegni derivanti dalle cosiddette ‘politiche invariate’, agli interventi in particolari settori di spesa quali sanità e scuola, nonché a quelli destinati al finanziamento del pubblico impiego, riservano una particolare attenzione agli interventi per l’inclusione e la sostenibilità sociale, il cosiddetto reddito di cittadinanza”.

E la necessità di assicurare un “adeguato” controllo sull’intera spesa pubblica, e dunque anche sulle modalità di elargizione del reddito, discende direttamente dai numeri: nel 2017, dice infatti la Guardia di Finanza, la spesa pubblica ha richiesto un impiego di risorse pubbliche superiore agli 830 miliardi, “pari a quasi la metà del prodotto interno lordo del Paese”.

E’ necessario dunque, sottolinea ancora il comando generale, mettere in campo ogni sforzo “per incrementare ulteriormente le risorse in concreto impiegate nelle relative attività”. Accanto al tradizionale impegno per impedire l’illecita percezione di fondi comunitari, nazionali e regionali e alla lotta ai fenomeni di corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio e a tutti i reati contro la pubblica amministrazione, il ‘nuovo’ obiettivo della Guardia di Finanza è dunque quello di “assicurare un rafforzamento del presidio ispettivo nel settori della spesa assistenziale” che, in concreto, deve tradursi in una “intensificazione dei servizi in materia di prestazioni sociali agevolate, con particolare riguardo alle misure per il contrasto alla povertà, verosimilmente destinate ad essere assorbite nel reddito di cittadinanza”. I furbetti sono avvertiti.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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