Quattro incidenti stradali su dieci per distrazione o velocità

Il luogo di un incidente stradale.
Il luogo di un incidente stradale. ANSA/FABRIZIO RADAELLI

ROMA. – Velocità e distrazione. Sono queste le cause principali di oltre 4 incidenti stradali su dieci, il 40,8%, insieme con il mancato rispetto delle precedenze e dei semafori. I dati dell’Istat inquadrano la situazione sulle strade italiane davanti alla commissione Trasporti della Camera che ha iniziato la settimana scorsa le audizioni sulle proposte di modifica del Codice della strada, che sono state riunite in un testo unificato.

Le nuove norme potrebbero rivoluzionare il codice del 1992 con misure come l’innalzamento dei limiti di velocità a 150 chilometri orari in autostrada, l’aumento delle sanzioni per l’uso del telefono al volante e la possibilità per i ciclisti di circolare contromano in alcune strade urbane.

La mobilità, del resto, si sta trasformando, con tecnologie come le auto autonome, le bici elettriche e gli hoverboard, ma ancora, per molti aspetti, le strade italiane sono quelle di 10 anni fa, secondo il quadro tracciato dalla direttrice per le statistiche sociali e il censimento della popolazione dell’Istat, Vittoria Buratta.

L’Italia resta il Paese europeo più motorizzato, con 635 auto ogni mille abitanti nel 2017, 22 in più rispetto a dieci anni prima. Sono in crescita sì i veicoli elettrici o ibridi, ma anche camion e mezzi pesanti. L’auto resta il mezzo più usato negli spostamenti quotidiani, ma inizia ad affermarsi l’abitudine di camminare. Gli abitanti che si spostano a piedi sono passati dal 16,2% del 2007 al 17,4% del 2017, oltre uno su sei, mentre chi usa solo la bici è stabile all’1,7%.

Ciclisti e pedoni restano comunque categorie vulnerabili sulle strade. L’indice di mortalità per i pedoni è di quasi cinque volte superiore rispetto a quello degli occupanti di autovetture (3,1 morti ogni 100 incidenti contro 0,7) e per motociclisti e ciclisti il valore è oltre il doppio che per chi va in auto (1,6 e 1,4).

Sulla strada si continua a morire, e nel 2017 ci sono stati 3.378 vittime, il 2,9% in più del 2016. Due sono le categorie a maggiore rischio: gli anziani di oltre 75 anni e i ragazzi di 20-29 anni. Un discorso a parte riguarda i bambini, che troppo spesso non viaggiano protetti dai seggiolini. Il 26,9% dei bimbi sotto i 9 anni morti o feriti in incidenti era sul sedile davanti, oltre uno su quattro, nonostante il codice consenta di farlo solo a chi supera i 150 centimetri di altezza. Controlli e sanzioni su questo fronte stanno aumentando, e le contravvenzioni staccate per il mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di protezione per bambini sono cresciute del 16,5% in tre anni.

(di Chiara Munafò/ANSA)

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