Imprese a caccia di lavoratori, record di posti vacanti

Giovani e lavoro.
Giovani e lavoro

ROMA. – Le imprese sono a caccia di curricula, di candidati, per posti di lavoro in procinto di liberarsi o che stanno emergendo ex novo. A fine 2018 le ricerche di personale hanno infatti toccato un picco. Un massimo certificato dall’Istat, che per il quarto trimestre dello scorso anno ha stimato un tasso di posti vacanti pari all’1,2%, come non accadeva almeno dal 2010, ovvero da quando è partita la statistica.

Un segnale positivo, indice di vivacità. Ma il dato nulla può dire sulla qualità dell’occupazione, sulla natura stabile o precaria degli impieghi. Secondo l’ultima indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere e da Anpal, guardando più avanti, all’inizio del 2019 però, si prevede una frenata delle assunzioni. Il tutto mentre sale la difficoltà degli imprenditori a soddisfare determinate richieste professionali. Quasi una su tre delle entrate programmate a gennaio risulterebbe rappresentata da una figura complicata da rintracciare.

La lista stilata dal sistema Excelsior parla chiaro: tra i profili che vanno a ruba ci sono sicuramente quelli di specialisti in scienze gestionali, commerciali e bancarie. Ma introvabili risultano anche fabbri ferrai, fonditori e saldatori. L’Istat non dà numeri assoluti, non indica quanti siano i posti vacanti, ma delinea solo un tasso, distinguendo il settore dei servizi (1,4%) da quello dell’industria (1,1%). Tasso che esprime la quota di caselle vuote sul totale delle posizioni esistenti.

Visto che la platea fa riferimento alle aziende sopra i dieci dipendenti, orientativamente si potrebbe trattare di 100-110 mila occasioni di lavoro, collocazioni per le quali “il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo”, in modo da rimpiazzare un pensionato o un dipendente che è passato a un’altra azienda o magari per far fronte a una nuova esigenza produttiva.

Il ‘Bollino’ di Excelsior invece ha ipotizzato, già a metà gennaio, 442 mila contratti solo per quel mese. Soglia che salirebbe a 1,2 milioni considerando tutto il primo trimestre. Cifre considerevoli ma comunque in ribasso rispetto all’anno precedente. Mentre sale la richiesta da parte delle imprese di profili altamente specializzati, sia nelle professioni intellettuali che in quelle artigianali.

Per il personale non qualificato l’offerta è così ampia, e alta la concorrenza tra i lavoratori, che le aziende hanno poca o nessuna difficoltà. Detto ciò la gran parte delle assunzioni è ancora ad appannaggio dei settori della ristorazione (camerieri) e del commercio (commessi).

Identikit e numeri che disegnano una mappa del lavoro complessa, alla vigilia della rivoluzione nelle politiche attive che dovrebbe scattare con il Reddito di cittadinanza. Sarà infatti questo il quadro che si troveranno di fronte i navigator, i tutor chiamati ad aiutare i beneficiari della misura a trovare un impiego.

(di Marianna Berti/ANSA)