Lite Nord e Sud sull’autonomia. Fico: “Parlamento centrale”

Il presidente della Camera Roberto Fico nell'aula della Camera dei Deputati durante il Question Time sull'Autonomia
Il presidente della Camera Roberto Fico nell'aula della Camera dei Deputati. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Le fibrillazioni sull’autonomia richiesta da Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, sembra aver contagiato non solo le Regioni del Sud, con il governatore campano Vincenzo De Luca come portabandiera. A far sentire la propria preoccupazione sono anche il mondo della scuola, e i Comuni, timorosi di un centralismo delle Regioni a lodo danno.

A questi mondi si è rivolta il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, parlando di “allarmismo infondato”, mentre il presidente della Camera Roberto Fico ha fatto sapere che il Parlamento sarà coinvolto in pieno, in forme ancora da definire.

Stefani, che si è detta “determinata ad andare avanti” con l’autonomia regionale, ha detto anche che “ogni allarmismo è del tutto infondato”, e che saranno assicurati “i livelli essenziali delle prestazioni e dei bisogni di tutti i territori”. Insomma “non ci saranno cittadini di serie A e cittadini di serie B”, come paventato giovedì da un dossier dei parlamentari di M5s. Parole che non sembrano però rassicurare.

Per la prima volta a memoria d’uomo tutti i sindacati della scuola, dai confederali ai Cobas, hanno sottoscritto un documento comune che esprime “il più netto dissenso” sull’Autonomia “che pregiudica la tenuta unitaria del sistema nazionale”: Veneto e Lombardia chiedono infatti la competenza non solo sull’organizzazione scolastica ma anche sulle “norme generali sull’istruzione”.

C’è poi il fronte dei sindaci, con l’Anci e il suo presidente Antonio Decaro che invita a evitare un nuovo centralismo da parte delle Regioni: l’organizzazione degli Enti territoriali diverrebbe competenza esclusiva delle Regioni. “Questa Autonomia è avvolta in un mistero – ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala – quindi il mio appello è fermatevi e discutiamo. Chiarite agli italiani di cosa si sta parlando. Sto facendo in modo che Milano in questa fase venga tutelata”.

Una “mancanza di trasparenza” evidenziata anche dal governatore del Lazio e candidato alla guida del Pd Nicola Zingaretti. Altre grida di dolore, giungono dal Sud. Il governatore della Sicilia Nello Musumeci ha chiesto al premier Giuseppe Conte di garantire “il principio di solidarietà” tra le Regioni, mentre quello della Campania, De Luca ha alzato la posta: ha annunciato la richiesta al Governo di associare anche la sua Regione al percorso che sta conducendo alle Intese con Veneto, Lombardia e Emilia.

L’obiettivo è la “difesa dell’unità nazionale, parità di condizioni per tutti i cittadini italiani, livelli di prestazione uguali per tutti”. Una richiesta appoggiata anche dall’altro candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina. Dopo che giovedì il ministro Riccardo Fraccaro aveva assicurato che le tre Intese “verranno vagliate dalle Camere che saranno coinvolte in modo adeguato nell’iter di approvazione”, il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato non solo il coinvolgimento del Parlamento ma che esso avrà “un ruolo centrale”.

Insomma non un sì o un no, come ieri era stato paventato. Trattandosi di qualcosa senza precedenti e senza una norma di riferimento, le procedure saranno concordate tra Camera e Senato. In ogni caso la parlamentarizzazione, sottolinea il presidente della Commissione affari costituzionali, Giuseppe Brescia, consentirà di aprire un dibattito pubblico: “Non nascondiamoci: siamo di fronte a una riforma costituzionale mascherata” conclude Brescia.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)