ROMA. – Come va l’economia italiana? Chiedilo a Twitter. L’Istat l’ha fatto, registrando nell’ultimo scorcio del 2018 un’impennata di pessimismo. Anche la statistica si adegua, così, al mondo social. E all’indagine sul campo, al tradizionale sondaggio, si affianca la ricerca sul web, tra algoritmi e Big Data.
La misura in questione ha un nome tutto inglese, ‘Social Mood on Economy Index’, ma va a pescare i messaggi in lingua italiana, tramite un filtro di 60 parole chiave. A ognuno viene poi dato un punteggio in base a cui classificarlo secondo tre categorie: tweet positivo, neutro o negativo.
Il primo aggiornamento dell’indice mostra “una brusca frenata” nel mese di dicembre. Nonostante le oscillazioni, che non sono mancate, l’andamento del periodo fin qui coperto dalla rilevazione, febbraio 2016-dicembre 2018, mostra una chiara curva discendente. Insomma lo stato d’animo degli italiani è andato via via peggiorando.
Guardando alle diverse tappe, l’Istat parla di un trend “decrescente fino a ottobre 2017”, a cui segue una fase stazionaria che arriva ad aprile 2018. Anno in cui l’indice ha segnato un “andamento discordante”: dopo il rallentamento di maggio c’è stata infatti una risalita, per altro in coincidenza della formazione del governo giallo-verde. L’espansione è durata fino a settembre, dopo di che è tornato il segno meno. E, nonostante “una breve risalita” nella prima metà di novembre, nell’ultimo mese dell’anno il nuovo indice “si è stabilizzato su un livello negativo”.
Questo il verdetto che emerge dalla miriade di tweet analizzati: circa 50 mila al giorno. In realtà all’inizio non si andava oltre i 30-40 mila messaggi ma da metà 2018, da quanto si è formato il nuovo esecutivo, la cifra è raddoppiata, viaggiando sugli 80-90 mila. Segno di un dibattito che diventa sempre più virtuale. Ma, ed è questo forse il principale risultato, il dato social non si discosta da quello materiale.
Statistica ufficiale e sperimentale sono concordi nell’indicare un indebolimento nell’economia italiana.
Monitorando i tweet quotidianamente, in tempo reale, è anche possibile vedere come il saliscendi nell’umore degli italiani sia associato a ‘stagioni’ o eventi. Ad esempio in coincidenza con le feste, sia Natale, che Capodanno o Pasqua, si diffonde una certa allegria. La pausa estiva invece lascia spazio a stati d’animo più grigi. Ecco che quando escono cattive stime sulla disoccupazione è inevitabile che l’indice scivoli in basso.
In alcuni casi poi ad innescare reazioni a catena sono anche situazioni che non hanno un diretto collegamento con l’economia: come la vicenda Diciotti, che nell’agosto scorso ha monopolizzato il traffico Twitter accendendo una discussione sulla povertà in Italia. Altre volte sono delle dichiarazioni a colpire l’attenzione, come le parole pronunciate da Papa Francesco nella sua visita all’Ilva di Genova (“Non un reddito per tutti, ma un lavoro per tutti”).
(di Marianna Berti/ANSA)