Tilt Rousseau. L’ira degli iscritti: “Altro che Paese digitale”

Il sito del blog 5Stelle per il voto online.
Il sito del blog 5Stelle per il voto online.

ROMA. – Su una cosa la base del M5S sembra d’accordo: votare sul caso Diciotti-Salvini non é stato facile. Il D-Day della consultazione online (aperta agli iscritti con anzianità di almeno 6 mesi) su Rousseau parte con un ‘crashdown’ del sistema: prima del blog delle Stelle, poi della stessa piattaforma Rousseau. Risultato: inizio della votazione rinviato di un’ora, dalle 10 alle 11. E con il passare del tempo,le cose sembrano migliorare di poco.

Gli utenti denunciano per tutto il giorno difficoltà ad esprimere il loro parere e la corsa al ‘clic’ impalla a più riprese i server di Rousseau, tanto che il termine delle votazione, a metà mattinata, viene prorogato dalle 20 alle 21.30. E non é la prima volta. Gli oltre 100 mila aventi diritto hanno messo in difficoltà la democrazia diretta già in passato, quando l’affluenza come oggi è stata particolarmente alta.

“Ho tentato di votare per 2 ore, alla fine, forse, sono riuscita ma non ho ricevuto nessuna conferma. Dove è finita la trasparenza? – si chiede un’utente, Billa -. Come si può dare fiducia ad un voto online ottenuto in questo modo?”. “Praticamente impossibile accedere a Rousseau…Italia digitale un c…”, sbotta poco dopo le 14 Gp1960.

Molti i messaggi di tenore analogo, ma ci sono anche quelli come Salvatore D. da Catania, la città del Tribunale dei ministri che vuole alla sbarra il leader della Lega: “Ho votato in tre minuti”, scrive. Nessuno o quasi, a differenza di altre volte, sospetta la presenza di hacker o troll del Pd. “35 minuti complessivi per votare”, riferisce il ‘debunker’, smascheratore di bufale, David Puente, “se Rousseau é all’avanguardia…”.

Non é la prima volta che si verificano problemi nel voto online: nel settembre 2017, ad esempio, nella scelta del candidato premier del MoVimento il sistema andò in tilt. Inconvenienti che i maghi del web cinquestelle pensavano di aver risolto su Rousseau, ma la giornata di oggi ha dimostrato che la piena efficienza e affidabilità sono ancora lontane. Nel pomeriggio, il sistema sembra regolarizzarsi.

E cominciano a comparire i commenti sul merito del quesito, qualcuno ne sottolinea l’ambiguità, ‘sì’ per dire ‘no’ all’autorizzazione e viceversa. Altri le possibili conseguenze politiche. “Voto sì per non processare il nostro governo”, scrive Agostino Grasso. “Mi sembra come il caso Ruby (è o non è la nipote di Mubarak?), fatemi il piacere. risposta=No”, incalza così Marco Campus. Qualche utente sostiene che “i giudici del tribunale dei ministri sono di Magistratura democratica (corrente di sinistra, ndr), quindi Pd”. Parecchi difendono l’operato del ministro dell’Interno “per il bene del Paese”, confermandone la popolarità anche tra i militanti M5S e quasi “obbligando” gli “ortodossi” a provare a riaffermare in poche ore i principi delle origini.

(di Luca Laviola/ANSA)

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