Lo scontro sale al Colle. Si cerca rinvio ma ombra crisi

La torretta del Quirinale illuminata con i colori della bandiera italiana. Tricolore
La torretta del Quirinale illuminata con i colori della bandiera italiana.

ROMA. – L’ultima chance del vertice con la Francia per prendere tempo, per cercare di arrivare almeno alle Europee evitando una crisi di governo che, al momento, non sembra convenire a nessuno. Il dietro le quinte del dossier Tav, che da oggi vede schierato anche il premier Giuseppe Conte, nasconde anche delle valutazioni prettamente politiche che, in coda al vertice notturno a Palazzo Chigi, hanno coinvolto sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio. Entrambi consapevoli che la Tav potrebbe rappresentare un punto di non ritorno per l’alleanza di governo.

La virata “No Tav”, almeno a parole, di Conte dà infatti una sponda provvidenziale a Di Maio, permettendogli di riunire in serata i gruppi parlamentari sull’onda della stoccata piantata dal premier alla Torino-Lione. Ma, tra i due alleati, il borsino dei rapporti è ormai ai minimi, e il vertice sulla Tav non fa che testimoniarlo. La fumata nera con cui si conclude la riunione notturna non è altro che lo specchio di due posizioni inconciliabili. E ieri, Di Maio e Salvini se lo sono detto.

Il leader M5S, quando la riunione dopo la lunghissima parte tecnica entra nel vivo del nodo politico, secondo alcuni partecipanti, avrebbe chiaramente detto di non poter cedere sulla Tav anche perché, in questo modo, la sua leadership avrebbe rischiato la fine. Ma Salvini avrebbe risposto con una posizione perfettamente contraria: la Lega, sull’opera, non può non procedere. A tutto ciò si sarebbe aggiunto l’irritazione della Lega per le oltre 4 ore di riunione in cui i tecnici – racconta uno dei presenti – avrebbero “rimbambito” di chiacchiere i membri del governo.

E, alla luce della conferenza stampa di Conte, l’irritazione di Salvini potrebbe essere anche cresciuta sebbene, in serata, fonti leghiste sottolineano come la partenza dei bandi possa essere accolta come estrema mediazione. Bandi che riguardano sostanzialmente subappalti all’opera di base che , se accolti, non impedirebbero comunque nei sei mesi successivi di dire no al progetto principale, facendo decadere il tutto.

Fonti ben informate raccontano che, successivamente al vertice, il leader della Lega avrebbe, forse per la prima volta, accarezzato l’idea di una crisi di governo anche se, con il passare delle ore, avrebbe prevalso la prudenza. Un ritorno alle urne, prima delle Europee, non converrebbe infatti neppure alla Lega. L’obiettivo temporaneo, a questo punto, è scavallare le Europee. Ed è a questo, anche, che servirà il vertice con la Francia fermo restando che Parigi glielo conceda. Il bilaterale potrebbe avere entro una quindicina di giorni.

Ma l’allarme, a Palazzo Chigi, è scattato tanto che Conte, per indire la conferenza stampa sulla Tav, dopo pranzo chiama il presidente Mattarella per chiedergli di spostare di almeno un’ora il Consiglio Supremo di Difesa, uno degli appuntamenti più formali e riservati del Quirinale. Telefonata che è stata anche l’occasione di uno scambio di vedute tra il premier e il presidente sulla crisi innescata dalla Tav.

Da settimane al Colle si monitora la situazione e non vengono sottovalutati i venti di crisi che si susseguono. Ma il presidente, è ormai noto, affronta i problemi quando si pongono. Il che non toglie, spiegano ambienti parlamentari, che Mattarella sia consapevole delle difficoltà di questa fase e che una eventuale crisi del governo gialloverde cadrebbe alla vigilia di una manovra correttiva e a pochi mesi della finanziaria 2020, che si annuncia ancor più difficile di quella di quest’anno.

Dando per molto probabile – ipotesi già verificata la scorsa primavera – che non esistono maggioranze alternative, il presidente sarebbe costretto, dopo un giro di consultazioni, a sciogliere le Camere. Considerazioni che certamente sono ben presenti anche nei ragionamenti di queste ore dei leader politici. E che potrebbero essere emerse anche a margine di un Consiglio Supremo della Difesa particolarmente lungo dove erano presenti sia Conte sia i suoi due vice.

(di Michele Esposito/ANSA)

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