Pd: sfuma il listone europeista, verso corsa a tre

Il neoeletto segretario del Pd Nicola Zingaretti in Piazza Castello dopo l'incontro con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.
Il neoeletto segretario del Pd Nicola Zingaretti in Piazza Castello dopo l'incontro con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, Torino, 4 marzo 2019 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – La Tav complica la vita anche ai tentativi di Nicola Zingaretti di promuovere una lista unica degli europeisti del centrosinistra per le europee. E’ su questa faglia, infatti, che si scontrano le forze ai due lati del Pd, e cioè +Europa al centro, Verdi, Possibile e Italia in Comune a sinistra. Si va dunque verso tre liste del centrosinistra, anche se il segretario del Pd ha invitato a sdrammatizzare.

Zingaretti si sta muovendo anche in vista delle amministrative di primavera mentre la minoranza di Maurizio Martina ha tenuto il suo primo incontro in vista dell’Assemblea nazionale del 17 marzo. Che dar vita a un listone degli europeisti del centrosinistra non fosse possibile, era chiaro sin dall’inizio. Zingaretti lo ha lasciato capire nel pomeriggio, dopo aver incontrato lo spitzenkandidat dei socialisti alle europee Frans Timmermans, venuto a congratularsi col segretario Dem per “il miracolo” delle primarie e il milione e mezzo di elettori.

“Il Pd è l’unico partito che ha aderito al Manifesto di Calenda – ha ricordato Zingaretti – e continueremo a lavorare per fare liste più aperte, ricche e inclusive possibile, pescando non solo nella società ma anche negli attori politici disponibili” come Giuliano Pisapia. “Altre forze politiche stanno facendo altre scelte; se accanto a noi ci saranno delle liste che hanno questo spirito noi dovremmo viverlo non in una chiave di tensione e di polemiche”.

In effetti Verdi, Italia in Comune e Possibile hanno dato notizia della volontà di dar vita a una propria lista per le europee. La Tav è stato il primo elemento divisivo tra Verdi, da una parte, e +Europa dall’altra, avvicinando i primi e Italia in Comune a Possibile di Pippo Civati. A questo punto diventa più complicata una lista tra i soli Pd e +Europa, anche se Zingaretti e Benedetto Della Vedova si incontreranno comunque agli inizi della prossima settimana.

Il meccanismo delle preferenze, che penalizza i candidati di +Europa, spinge questo partito a evitare l’abbraccio con i Dem. Ma non meno importante delle europee sono le amministrative. Il 28 aprile si voterà in Sicilia a Caltanissetta e in altre città non capoluogo (per es. Bagheria, Mazzara, Monreale, ecc) e il 26 maggio, nell’election day con le europee, in 4.000 comuni e in Piemonte. Sondaggi incoraggianti per la Basilicata (le urne sono il 24 marzo) hanno spinto il segretario Pd a concentrarsi sulle amministrative di primavera.

Prima mossa la pace in Sicilia con il segretario Davide Faraone, di area Martina, dopo le tensioni recenti: è stato concordato il rinvio dei congressi provinciali e una segreteria unitaria. Per i comuni in cui si voterà a maggio, si stanno stringendo i legami proprio con le forze con cui non è andata in porto la lista unica alle europee, oltre che con Leu e altre liste civiche locali. Sul fronte interno mercoledì sera Maurizo Martina ha riunito i parlamentari che lo hanno sostenuto per ringraziarli.

Parola d’ordine “lealtà a Zingaretti” in attesa delle sue possibili apertura sulla gestione unitaria. Martina ha chiesto ai suoi di non chiudere i battenti per mantenere vivo il pluralismo nel Pd, innanzi tutto a livello di proposta. Per esempio insistendo sul salario minimo. Zingaretti ha incassato una nuova dichiarazione di lealtà da parte di Matteo Renzi, che ha pure annunciato di voler firmare l’Appello di Macron: iniziativa che il segretario ha salutato come un “contributo che arricchisce”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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