Mattarella: “Studio per capire e rispettare le altre culture”

La targa in memoria del ragazzo del Mali, annegato nel mar Mediterraneo e nella cui fodera del vestito era cucita la pagella. Citato del presidente Mattarella
La targa in memoria del ragazzo del Mali, annegato nel mar Mediterraneo e nella cui fodera del vestito era cucita la pagella. Citato del presidente Mattarella

CASSINO. – “Studio, approfondimento, preparazione e professionalità”. Da settimane Sergio Mattarella batte su questo tasto evidentemente preoccupato da un’Italia che scivola pericolosamente nell’esaltazione della superficialità, risucchiata in un gorgo che quasi beffeggia il valore della cultura. E oggi dall’università di Cassino il presidente fa un passo avanti celebrando l’etica della conoscenza come cifra fondamentale dell’essere umano e delle sue relazioni. “Lo studio è strumento per l’apertura e il rispetto verso altre culture, verso altre opinioni. E’ spunto per il dialogo e l’amicizia”, ha spiegato in un intervento “a braccio” che rappresenta l’ennesimo capitolo di una narrazione coerente.

Il capo dello Stato da mesi visita le università italiane per mostrare la propria vicinanza agli atenei, ai rettori e agli studenti che all’unisono lamentano “scarsa attenzione” istituzionale al loro mondo. E Mattarella, lui stesso professore di Diritto, non ha bisogno di farsi pregare per sollecitare le istituzioni a investire di più, perché è necessario, anzi indispensabile, che il numero dei laureati italiani cresca allontanandosi dal mortificante dato che colloca l’Italia negli ultimi posti per il numero di laureati in Europa. E soprattutto non smette mai di ribadire il principio costituzionale dell’uguaglianza: “gli studi universitari non possono essere riservati a una elite”, spiega usando un termine francese molto di moda negli anni del populismo.

Il presidente sviluppa il ragionamento e prendendo spunto dall’intervento della giovane rappresentante degli studenti, Elena Di Palma, spiega bene come si declina nella società il “rispetto ed apertura verso altre culture”. Ci sono “morti nel Mediterraneo che interrogano fortemente le nostre coscienze”, premette Mattarella. E cita una di queste tragedie dell’immigrazione, una morte in mare che ha avuto un forte impatto emotivo tra gli italiani.

“C’è un episodio drammatico che non posso dimenticare: quello di un ragazzo di 14 anni annegato nel Mediterraneo a cui è stata trovata cucita all’interno di una tasca la pagella con i suoi voti. E sono diversi – sottolinea – i casi di giovanissimi che attribuiscono il valore di un passaporto alla pagella, dandogli un valore anche più forte, quasi di accreditamento per il mondo. Questo è ciò interroga fortemente le nostre coscienze”.

Veniva da lontano, dal Mali, il ragazzino che si portava addosso, come un tesoro, la sua pagella, ed è passato anche lui per l’inferno della Libia. L’Europa non la raggiunse mai: il barcone su cui viaggiava si ribaltò, e i migranti furono trovati ancora chiusi nella stiva, tanto accalcati da potere a stento respirare. Morto insieme ad altri settecento, o forse novecento, nel grande naufragio del 18 aprile 2015 nel cuore del Mediterraneo. Il suo unico bene era una pagella, simbolo potente di un valore, lo studio, che l’Italia deve recuperare.

(dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

 

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