Mazzette per far entrare i figli dei vip nei college Usa più blasonati

Foto di archivio dell'università di Yale negli Usa.
Foto di archivio dell'università di Yale negli Usa. (Ansa)

WASHINGTON. – Mazzette da 100 mila dollari a 6,5 milioni di dollari per far entrare i figli dei vip in alcune delle più prestigiose e blasonate università americane: è lo scandalo svelato da un’inchiesta della procura di Boston, che ha portato in carcere una cinquantina di persone: 33 genitori, 13 tra coach e dirigenti scolastici e un imprenditore californiano che avrebbe fatto da tramite incassando 25 milioni di dollari dal 2011.

Si tratta dell’inchiesta del genere più grande mai perseguita dal ministero della giustizia. La lista dei college include Yale, Standford, Georgetown, University of California (Ucla), University of Southern California (Usc), University of San Diego, University of Texas, Wake Forest University.

Tra gli arresti eccellenti quelli di due star di Hollywood: la pluripremiata Felicity Huffman, 57 anni, resa famosa dalla serie tv ‘Casalinghe disperate’, dove interpretava Lynette Scavo, e Lori Loughlin (55), che ha recitato nella nota serie tv Full House (Gli amici di papà) ed è stata la protagonista di Summerland, telefilm statunitense arrivato anche in Italia nell’estate del 2005. Nella retata è finito pure il marito della Loughlin, Massimo Giannulli, celebre designer di moda. Fra i vip il presidente di uno studio legale internazionale.

La lista dei genitori “è un catalogo della ricchezza e del privilegio”, ha osservato il procuratore di Boston Andrew E. Lelling, ricordando che “per ogni studente ammesso attraverso la frode uno studente onesto e davvero talentuoso era respinto”. Il giro di corruzione è proseguito per otto anni, sino al mese scorso, e gli investigatori non escludono che possano essere coinvolti altri genitori, mentre per ora non sono emerse responsabilità da parte degli atenei stessi o degli studenti, in molti casi ignari dell’accaduto. In ogni caso un colpo di immagine al sistema universitario americano.

I genitori pagavano le tangenti sotto forma di donazioni (fiscalmente detraibili) ad una fondazione di beneficenza non profit del businessman californiano William Rick Singer, che aveva anche una società di consulenza per l’ammissione ai college fondata nel 2007 e basata a Newport Beach: la Edge College & Career Network, nota semplicemente ed emblematicamente anche come ‘The Key’ (La chiave, ndr).

I soldi venivano usati per corrompere i coach, in particolare di calcio, tennis e pallavolo, e indurli a reclutare i rampolli di famiglie ricche come atleti anche se non avevano capacità sportive: una strada che aumenta le possibilità di entrare in un college. Per questo venivano create false storie di successo, manipolando foto di competizioni e falsificando le partecipazioni a vari programmi sportivi. Le mazzette venivano usate anche per cambiare i risultati dei test o per farli fare a ‘specialisti’ che sostituivano i candidati: il costo variava da 15 mila a 75 mila dollari. Singer, ritenuto la mente dello schema, è accusato di crimine organizzato, riciclaggio, ostruzione della giustizia e cospirazione per frodare gli Stati Uniti.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)