L’Ue pronta al “No deal”, ecco il piano d’emergenza

Un ragazzo sventola la bandiera dell'Europa in opposizione a quelle del Brexit. No deal
Un ragazzo sventola la bandiera dell'Europa in opposizione a quelle del Brexit.

STRASBURGO. – A fronte dell’indecisione del Regno Unito, che alla fine potrebbe far scivolare Londra verso una Brexit traumatica anche contro la volontà dei propri politici, l’Ue accelera i preparativi per affrontare lo scenario di un ‘no deal’. Mettendo al riparo prima di tutto gli studenti in Erasmus, i trasporti aerei, stradali e ferroviari, la pesca, le tutele sociali.

Il rischio di arrivare al 29 marzo senza un’accordo, d’altronde, “non è mai stato così grande”, ha sottolineato il negoziatore dell’Ue Michel Barnier a fronte dell’ultimo stop all’intesa negoziata a Bruxelles. Così il francese ha invitato “in modo solenne” tutte le parti interessate “a prepararsi” per l’eventualità peggiore.

Parole che si traducono subito in azioni concrete per limitare i danni: e così, quasi al photofinish nella penultima sessione plenaria prima della scadenza del 29 marzo, quando Londra dovrebbe uscire dall’Ue, il Parlamento europeo ha varato una serie di misure d’emergenza per garantire il minor disagio possibile a cittadini e imprese. Aggiustamenti in corsa proposti dalla Commissione europea e che per entrare in vigore dovranno ora passare anche dal Consiglio in una corsa all’ultimo minuto, dopo il via libera ricevuto dall’aula di Strasburgo.

Si tratta di misure temporanee e che scatteranno solo in caso il Regno Unito esca dall’Ue senza un accordo: si va dalle garanzie per gli studenti e insegnanti Erasmus, che potranno portare a termine il loro percorso, alla prosecuzione del finanziamento dei programmi che creano relazioni transfrontaliere in Irlanda e Irlanda del Nord; dalle disposizioni per il mantenimento dei servizi di base di trasporto aereo, stradale e ferroviario, alla possibilità per i pescherecci di continuare ad operare nelle acque territoriali europee e del Regno Unito.

E poi ancora dalla sicurezza aerea alla tutela di alcune categorie di beni esportati verso il Regno Unito. Iniziative di emergenza, sottolineano al Parlamento europeo, che non replicano i benefici derivanti da essere membri dell’Ue, che saranno limitate nel tempo e che sono state varate a condizione che il Regno Unito adotti misure analoghe, secondo un principio di reciprocità.

“Noi stiamo già preparandoci a un’uscita senza accordo – riassume il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani -. Poi vedremo se i britannici andranno in un’altra direzione”. Certo, l’atmosfera che si respira tra i banchi dell’Eurocamera è quella di una crescente insofferenza verso i tira e molla del governo britannico e della politica del Regno Unito.

E anche un’eventuale proroga dell’uscita, che le principali forze politiche europee condizionano a una risposta chiara da parte di Londra su cosa davvero intenda fare, rischia di porre non pochi problemi al Parlamento: uno slittamento oltre fine maggio, ad esempio, significherebbe che il Regno Unito dovrebbe organizzare le elezioni europee per eleggere i suoi rappresentanti a Strasburgo. “E allora – minaccia Nigel Farage, lo storico fautore del divorzio dall’Ue – vi ritroverete con orde di nuovi eurodeputati pro Brexit”.

(dell’inviato Salvatore Lussu/ANSA)

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