Sos pianeta, pressing scienziati e ragazzi sui politici

Milioni di giovani scenderanno in piazza venerdì, 15 marzo, per gridare questo Sos con il 'Global strike for climate'. Pianeta
Milioni di giovani scenderanno in piazza venerdì, 15 marzo, per gridare questo Sos con il 'Global strike for climate'.

ROMA. – L’allarme sui rischi per il Pianeta afflitto da mali ambientali con il pericolo di milioni di morti premature per l’inquinamento di aria e acqua potabile – lanciato da un nuovo studio dell’Onu – rafforza il pressing sui governi, sollecitati a intervenire al più presto. A sostenere gli scienziati, tacciati da alcuni leader politici di essere catastrofisti, ora ci sono anche milioni di giovani che scenderanno in piazza venerdì, 15 marzo, per gridare questo Sos con il ‘Global strike for climate’.

Quasi un quarto delle malattie e delle morti a livello mondiale nel 2012 potrebbe essere collegato a inquinamento ambientale, soprattutto fra popolazioni in una situazione vulnerabile e in Paesi in via di sviluppo, dice il rapporto. Sarà uno sciopero globale da scuola e università in oltre 1.320 città in un centinaio di paesi nel mondo sulle orme dell’attivista svedese Greta Thunberg, che con il suo sciopero per il clima, dal settembre scorso ogni venerdì davanti al parlamento del suo paese, ha sensibilizzato il mondo intero sulla crisi climatica e il riscaldamento globale, diventando un simbolo non solo per i suoi coetanei sedicenni.

Venerdì si annuncia con piazze gremite anche di associazioni, istituzioni locali, forze politiche e cittadini comuni. In Italia, dicono i Verdi, sono coinvolte 140 città e siamo la seconda nazione al mondo per eventi, dopo la Germania. L’ultimo allarme sulla grave situazione della terra è arrivato dall’Onu, con un rapporto sullo stato dell’Ambiente – il sesto Global Environmental Outlook – redatto negli ultimi cinque anni da 250 scienziati di oltre 70 Paesi: “Siamo a un bivio. O continuiamo sulla strada attuale, che porterà a un futuro terribile per l’umanità, o ci concentriamo su un percorso di sviluppo più sostenibile. Questa è la scelta che devono fare i nostri leader politici, ora”.

Lo studio – rivolto proprio ai responsabili politici – ricorda, tra l’altro, che l’inquinamento atmosferico è la principale causa di malattie e provoca tra 6 e 7 milioni di morti premature con perdite economiche stimate in 5mila milioni di dollari all’anno. Anche gli inquinanti nell’acqua dolce sono un grandissimo rischio: le infezioni resistenti ad antimicrobici e antibiotici possono moltiplicarsi e diventare fra le principali cause di morte in tutto il mondo entro il 2050.

L’impatto sarà anche sulla fertilità maschile e femminile e sullo sviluppo neurologico dei bambini. In 740 pagine viene illustrata anche la situazione dei cambiamenti climatici, il rischio di estinzione globale di animali e piante, il degrado del suolo, l’inquinamento degli oceani.

Lo studio è stato pubblicato mentre i ministri dell’Ambiente di tutto il mondo sono riuniti a Nairobi per la loro quarta assemblea per affrontare questioni critiche come, ad esempio, l’interruzione dello spreco alimentare, la promozione della diffusione della mobilità elettrica e l’eliminazione dell’inquinamento della plastica nei nostri oceani.

Il mondo ha bisogno di muoversi “lungo un percorso di sviluppo più sostenibile – sostengono gli scienziati – ma i leader economici e politici si aggrappano a modelli obsoleti”. Serve una coscienza collettiva che induca a cambiare abitudini, da ciò che si mangia a come ci si sposta, da come si gestiscono i rifiuti a quale energia si utilizza. Per fermare il declino si è ancora in tempo.

(di Stefania De Francesco/ANSA)

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