Vertice centrodestra a casa Salvini e Berlusconi non c’è

Matteo Salvini, alle sue spalle Berlusconi e Meloni.
Matteo Salvini, alle sue spalle Berlusconi e Meloni. (foto archivio). ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Il centrodestra riparte da “casa Salvini”. La coalizione vittoriosa alle ultime regionali ma spaccata sul governo di Roma, torna a riunirsi in un vertice del tutto anomalo. Non solo manca Silvio Berlusconi, ma stavolta, in un clima di inusuale riservatezza, tra smentite e depistaggi, gli azzurri Antonio Tajani e Licia Ronzulli, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa di FdI, decidono di darsi appuntamento nella casa romana del ministro dell’Interno.

L’appartamento di Matteo Salvini si trova a Piazza Grazioli, esattamente di fronte al celebre omonimo Palazzo, sede della Presidenza di Forza Italia e location storica di tutti i vertici della storia del centrodestra italiano. La nota congiunta finale definisce il vertice “un incontro informale”, con al centro della discussione la definizione delle candidature unitarie in vista delle comunali di primavera. Ignazio La Russa, lasciando la riunione dice solo “è stato un caffè…”.

I cronisti chiedono perché tanto mistero. “Non è che ogni volta dobbiamo comunicarlo a tutti…”, replica cortese. Il comunicato congiunto finale dice che “si è registrata una sostanziale volontà di indicare in tutti i capoluoghi, candidati comuni così come prospettato dai dirigenti dei partiti di centro-destra nelle città interessate”.

Ma al di là del valore tutto sommato limitato della riunione – alla fine non è stata presa nessuna decisione definitiva – l’incontro potrebbe assumere un grande valore simbolico. E in politica, come nella vita reale, i simboli contano. Per la prima volta il padrone di casa non è più Silvio Berlusconi, il ‘father founder’ del centrodestra italiano, il precursore del bipolarismo nel nostro Paese.

Ma il giovane Matteo Salvini, il leader in grado di rilanciare una forza politica ridotta ai minimi termini e portarlo in pochi anni, secondo tutti i sondaggi, a essere il primo partito italiano. Lo stesso leader che perfino Silvio Berlusconi, prevedendo una imminente caduta del governo gialloverde, ha indicato come futuro candidato premier. Tuttavia, ogni passaggio politico porta con se mal di pancia e mugugni: la convocazione di questa riunione è stata segnata da mille distinguo.

In serata di ieri s’era sparsa la voce di un vertice tra leader tradizionale, con l’arrivo del Cavaliere a Roma. Poi, nel corso della mattinata, le prime smentite. Berlusconi resta a Milano. Qualche indiscrezione non confermata fa filtrare l’indisponibilità di Salvini di tornare a salire gli scaloni di Palazzo Grazioli. Le agende sempre fitte lasciavano poco spazio: Salvini impegnato al question time alla Camera, inseguito dai giornalisti, taglia corto: “oggi nessun vertice di centrodestra, Berlusconi è a Milano, io a Roma”.

Poi però sotto gli occhi dei cronisti, appena fuori dall’Aula, Meloni lo raggiunge. E con volti tesi i due discutono animatamente. In serata, senza alcun annuncio, quasi di nascosto, si sparge la notizia della riunione. Nei prossimi giorni, com’è stato in Molise, Abruzzo, Sardegna, si riparte in Basilicata. Anche qui il centrodestra farà un’altra campagna elettorale anomala, tra carezze e punzecchiature, di chi è separato a Roma e unito sui territori.

(di Marcello Campo/ANSA)

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