Nuova Zelanda: il filosofo Zizek: “Intolleranza fenomeno globale”

Primo piano del filosofo Slavoj Zižek
Il filosofo Slavoj Zižek

ROMA. – “E’ ovvio che condanno una strage come questa in modo energico e assolutamente fermo, però c’è qualche cosa che dobbiamo imparare, perché altrimenti l’intolleranza dei fondamentalisti ci trascinerà tutti via. Questo è un fenomeno globale, bisogna che lo capiamo in quanto tale”.

Lo dice all’ANSA il filosofo e politologo sloveno Slavoi Zizek, dell’attentato di oggi alle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, al suo arrivo a ‘Libri Come’, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove stasera sarà protagonista di un atteso incontro sul ‘Potere all’epoca della postumanità’.

“Parlo dell’intolleranza di tutti i fondamentalisti. Negli Stati Uniti sembra che l’Fbi, oltre che i potenziali fondamentalisti islamici, abbia sotto controllo 2 milioni di fondamentalisti cristiani potenzialmente violenti. La violenza può venire da qualsiasi tipo di fondamentalismo. E poi avremmo bisogno di cercare di capire che cos’è nel capitalismo globalizzato che spinge questa gente in braccio ai fondamentalisti di ogni tipo. Venti o trent’anni fa i fondamentalisti buddisti nel Butan e nello Sri Lanka hanno messo in piedi una simpaticissima pulizia etnica e nessuno ne parla mai” sottolinea Zizek, a Roma con il libro ‘Come un ladro in pieno giorno’ (Ponte alle Grazie).

“Per evitare il razzismo che ci ritroviamo oggi, questi problemi vanno affrontati sul serio. Non basta – spiega Zizek – fare come fanno i multiculturalisti ingenui che dicono ‘oh! Come sono interessanti tutti gli altri, qualsiasi altro, come mangiano bene, come cantano bene’. Questo è troppo facile, perché ciò che determina la situazione sono sempre i modi di regolare i rapporti di sesso e di potere e questi sono problemi reali. Non possiamo limitarci a pensare che se apriamo tutte le porte agli immigrati staremo tutti bene”.

“Sarò accusato – continua Zizek che è notoriamente di sinistra – di essere un uomo di destra, ma dico semplicemente che alcuni hanno voglia di integrarsi, mentre molti altri non hanno affatto voglia di integrarsi. Se guardate al fenomeno di questi ultimi anni in Francia, vedrete che tanti di questi giovanissimi attentatori sono francesi di seconda generazione. I loro genitori sono immigrati e si sono integrati perfettamente nella società francese, loro no. Molti rifiutano questa integrazione e hanno fatto la scelta dell’islamismo estremista violento”.

Zizek è un fiume in piena quando parla e dice: “Non credo di essere razzista, ma penso che questi problemi vadano guardati in faccia, chiamati con il loro nome e compresi per ciò che sono altrimenti i Salvini e gli Orban ce li ritroveremo in giro per tutta l’Europa. Se manchiamo di affrontare questi problemi a viso aperto, stiamo giocando con il fuoco. Non sto dicendo che la nostra è una cultura superiore, ma non possiamo superare questo tipo di problemi semplicemente facendo appello alla solidarietà internazionale e al multiculturalismo. Dobbiamo cercare di capire a fondo”.

(di Mauretta Capuano/ANSA)

Lascia un commento