Yassine Lafram: “In Italia e Unione Europea c’è chi incita all’odio”

Il bolognese Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii
Il bolognese Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii

BOLOGNA. – Dopo quanto successo in Nuova Zelanda il mondo islamico italiano è “molto preoccupato, anche in vista delle elezioni europee”. Perché “in Europa alcuni partiti di estrema destra fanno dell’islamofobia, dell’incitamento all’odio religioso e della xenofobia il loro cavallo di battaglia. Noi rischiamo di essere stigmatizzati. E’ vero che non c’è una rete terroristica che ci prende di mira, ma c’è un discorso pubblico portatore di odio che rischia di armare le mani di qualcuno, com’è successo oggi”.

In un’intervista all’ANSA Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, spiega come le comunità islamiche stanno vivendo la giornata che si è aperta con la notizie dell’attentato in moschea a Christchurch. Un episodio che dice di considerare “un attacco all’Occidente, anche se sono stati attaccati mussulmani”, chiedendo alle istituzioni italiane una condanna chiara. “Vedo che oggi qualcuno parla di killer, di un matto. Mentre si fa fatica a dire che è stato un atto terroristico. Sembra che il terrorismo sia per eccellenza quello islamico, come se fosse un esclusiva… Oggi le comunità islamiche si sentono terrorizzate”, dice Lafram.

“Chi ricopre cariche istituzionali fa fatica a riconoscerlo, ma se non si riconosce il fenomeno, non possiamo combatterlo”. Per Lafram “il terrorista di oggi è uguale quelli del Bataclan, di Parigi, Bruxelles: sono gli stessi. Non c’è un terrorismo buono o cattivo. Il terrorismo non ha padre, non ha madre, non ha religione. Non ha un Dio”.

Il presidente Ucoii ricorda anche come oggi sia un venerdì, giorno di preghiera per l’Islam, con moschee gremite. “A Bologna – dove Lafram è coordinatore delle comunità – abbiamo contattato le autorità per chiedere di mandare una volante davanti ai luoghi di preghiera, per trasmettere serenità ai nostri. I mussulmani questa botta l’hanno presa in pieno. Purtroppo c’è un discorso pubblico che alimenta l’odio e anche qui, anche a me sono arrivate lettere di minacce. La paura è che qualcuno possa passare dalle parole ai fatti”.

Ciò che preoccupa sono “i discorsi d’odio che continuiamo a sentire in giro, armano mani come quelle di Traini o Breivik”. In questa situazione “ci aspettiamo una condanna ferma all’attentato di oggi e a quelle dichiarazioni che alimentano xenofobia e islamofobia”. Perché questo “è il risultato di un discorso d’odio che anche esponenti delle istituzioni italiane continuano a portare avanti. E’ un fenomeno sotto gli occhi di tutti, basta vedere alcune pagine Facebook”.

Oggi, “è in corso una guerra. Da un lato ci sono i portatori di terrorismo, dall’altra le persone di buona volontà, di dialogo, di pace. E’ oggi per queste persone è una giornata di lutto. Mi ha fatto piacere ricevere la telefonata di condoglianze dell’arcivescovo Matteo Zuppi e di altri esponenti di istituzioni e comunità religiose. Questo dimostra che le persone di buona volontà sono la maggioranza. Non dobbiamo cadere nella rete dei terroristi che ci vogliono mostrare come nemici o avversari”.

(di Tommaso Romanin/ANSA)