Guerra di cifre sulla flat tax. Salvini avverte il M5s

Giovanni Tria (D), ministro dell'Economia, e Matteo Salvini (S), vicepremier e ministro dell'Interno.
Giovanni Tria (D), ministro dell'Economia, e Matteo Salvini (S), vicepremier e ministro dell'Interno. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – E’ un problema di risorse, ma c’entra anche la campagna elettorale. Ecco perché si arroventa subito, sia pure a distanza di sette mesi dalla prossima manovra, lo scontro sulla flat tax proposta dalla Lega. “E’ nel contratto – avverte Matteo Salvini – e le coperture ci sono: bastano tra i 12 e i 15 miliardi nella prima fase. Spero non ci siano resistenze da parte di nessuno”. I

l premier Giuseppe Conte rassicura che il tema è “nel contratto” e il leader M5s Luigi Di Maio aggiunge che si “troverà una soluzione”. Ma tra le righe delle dichiarazioni di ministri e sottosegretari del Movimento emergono tutte le perplessità verso la “fuga in avanti” della Lega sul taglio delle tasse per le famiglie: “Anche 15 miliardi sono insostenibili”.

Domani il sottosegretario leghista Armando Siri porterà al ministro dell’Economia Giovanni Tria il dossier flat tax, con i numeri dei costi della “flat tax fase 2”: un’aliquota piatta del 15% da applicare fino a 50mila euro di reddito, con deduzioni inversamente proporzionali al reddito. Costo “vero” stimato: 12 miliardi, (milione più, milione meno). Siri – spiegano dalla Lega – si presenta a Tria con spirito costruttivo, senza polemica dopo che domenica è circolato un dossier che stimava la portata della flat tax in quasi 60 miliardi (ma il riferimento, precisa il sottosegretario leghista, è all’intervento complessivo).

Tria stesso precisa che non c’è “nessuna stima fatta” su una riforma specifica. Ma il ministro sembra invitare alla prudenza quando aggiunge che le aliquote si possono “aggiustare” man mano che “l’evasione viene ridotta”. Bisogna prima liberare risorse. Il problema, rimarca anche la sottosegretaria all’Economia del M5s Laura Castelli, sono le coperture. “Non si deve continuare a sparare alto – dichiara – con cose irraggiungibili, anche fossero 15 miliardi di riforma dell’Irpef oggi sono insostenibili”.

E Di Maio invita a un “principio di verità”. Il Movimento insiste con la sua proposta di ridurre gli scaglioni Irpef da 5 a 3 e insieme introdurre il coefficiente familiare. Ma la Lega ribatte che nel contratto “c’è scritto flat tax: è molto chiaro, perciò noi siamo tranquilli”. “E’ scritto nel contratto e la riforma organica va completata, ma non ho sul tavolo un progetto” specifico, prova a fare da paciere Conte, che potrebbe parlarne con i vicepremier in un vertice martedì sera o mercoledì mattina.

La fase 2 della “tassa piatta”, dopo l’introduzione per le partite Iva, è uno dei pilastri su cui Salvini fa affidamento nella sua campagna per le europee. I più prudenti tra i leghisti si dicono consapevoli che in autunno si dovrà disinnescare il macigno di 23 miliardi di clausole Iva: gli spazi sono ridotti. Perciò da gennaio si sta lavorando a un pacchetto più complessivo di proposte. Ma Siri insiste che il suo progetto è più che sostenibile. E Salvini lo difende a spada tratta. Tanto che, quando il ministro Barbara Lezzi parla di promessa “che non si può mantenere se costa 60 miliardi”, il ministro dell’Interno ribatte stizzito: “Si occupi del Sud”.

Dal Movimento spiegano che non intendono lasciare alla Lega ancora spazi per fughe in avanti non concordate. Le tensioni, affermano, sono sicuramente acuite dal voto sul processo per la vicenda Diciotti che attende Salvini in Senato mercoledì (giovedì c’è voto sulla sfiducia a Toninelli). Più si avvicinano le europee, più le tensioni crescono. E’ in questo clima che il governo si prepara ad approvare il Def a inizio aprile.

Ed è in un continuo scontro tra i partiti di maggioranza che ci si appresta a varare mercoledì in Cdm il decreto Sblocca cantieri che potrebbe assorbire anche parte delle proposte sulla crescita di Tria. Ma anche del “pacchetto sviluppo” che il titolare del Mef avrebbe voluto tutto in un unico provvedimento, le anime del governo si contendono la paternità. Di Maio ha già fatto sapere che sta lavorando a un suo ddl.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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