Allarme siccità, al nord riserve d’acqua per un mese

Asta per misurare la profondidà dell'acqua di un lago. Siccità
Allarme siccità. Verso l'estate più secca. (ANSA)

ROMA. – Spaventano fiumi e laghi quasi a secco dal nord al centro Italia. L’allarme siccità si sta estendendo e fa temere di dover razionare l’acqua potabile la prossima estate, che potrebbe rivelarsi la più secca dagli anni Sessanta. “Abbiamo ancora un mese di riserve idriche sufficienti per le regioni del Nord e se non pioverà bene in questo lasso di tempo avremo problemi molto seri per tutte le economie dei territori, a partire da quella agricola” avverte Massimo Gargano, direttore dell’Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue).

Oltre alle scarsissime precipitazioni in inverno, “è stata la neve la vera grande assente di quest’anno, aggiunge ricordando che le condizioni del Po sono in linea con quelle dell’intensa siccità del 2007, ancora più grave di quella che nel 2017 costò all’agricoltura del Nord Italia ben 2 miliardi di danni”.

Coldiretti ricorda le precipitazioni dimezzate e che non ne sono previste di significative a marzo. Pur essendo agognate ormai dagli agricoltori per essere di sollievo devono durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa altrimenti provocano solo danni. Il Verde Angelo Bonelli, citando dati dei centri di ricerca Ispra e Cnr, parla di desertificazione anche al sud, dalla Puglia alla Sicilia, di “un’emergenza nazionale e di una questione di sicurezza nazionale”, sollecitando Lega e M5S a “smettere di litigare e a fare un Cdm su siccità e desertificazione”.

Un nuovo record potrebbe dunque entrare nel prossimo Annuario dell’Ispra, che ha presentato quello del 2018 in cui si indica il 2017 come il secondo anno – dopo il 2001 – tra i più “secchi” dell’intera serie calcolata dal 1961. Due anni fa era piovuto il 22% meno della norma e la temperatura media in Italia era stata di +1,30 gradi centigradi superiore rispetto all’aumento medio di 1,2 a livello globale. Se le emissioni totali di gas serra sono diminuite del 17,5% dal 1990 al 2016, in Italia oltre 6 milioni di abitanti risiedono in aree ad elevato e medio rischio di alluvioni e 1,2 milioni in zone a rischio frane.

Dalla mega banca dati dell’Ispra, emerge che nel 2017 ci sono state 172 frane importanti che hanno causato 5 vittime e quattro terremoti di magnitudo 5 o più, con epicentri in provincia de L’Aquila. L’Annuario dice che sono 3.182 “gli alieni”, cioè le specie arrivate in Italia e che possono minacciare la nostra preziosa biodiversità. Sulla qualità delle acque di fiumi e laghi non si raggiunge il 50% di qualità per lo stato ecologico. “Si sta facendo molto ma va fatto ancora di più per colmare oltre il 50%” ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ricordando che siamo incorsi in infrazioni Ue.

(di Stefania De Francesco/ANSA)

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