Si vota su Diciotti al Senato, alta tensione ortodossi M5s

Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante la trasmissione televisiva 'Porta a Porta' in onda su Rai Uno. Rousseau
Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante la trasmissione televisiva 'Porta a Porta' in onda su Rai Uno. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Gli ortodossi M5s alzano il livello di tensione sul voto in Aula per il caso Diciotti. Ma, nonostante il rischio serio di un voto contrario rispetto a quelli di scuderia da parte di un piccolo drappello di pentastellati, non sono previsti colpi di scena sulla decisione che il Senato prenderà domani sul ministro Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per il caso Diciotti.

Formalmente Lega e 5 stelle, quindi la maggioranza di governo, sono tutti schierati per il no. E potranno contare anche suoi voti di Forza Italia. “Gli iscritti “hanno detto che il Governo ha tutelato un interesse pubblico”, assicura Luigi Di Maio, mentre in Aula a palazzo Madama inizia la discussione generale, con oltre 50 iscritti a parlare. “Sarà una maratona oratoria”, annunciano le opposizioni che parlano di “pericoloso precedente”. “La libertà personale è un diritto inviolabile”, ricorda il senatore di Leu, Pietro Grasso, nella relazione di minoranza, mentre il Pd parla di vicenda “senza precedenti”.

Il no all’autorizzazione in Aula, sostenuto ufficialmente dai 5 stelle, è nella stessa linea della giunta per le immunità: linea, spiega il presidente Gasparri, che “si basa sull’articolo 96 della Costituzione, che regola la responsabilità dei ministri, e sulla Legge Costituzionale (n.1 dell’89)”. Ma è evidente che le acque non sono tranquille. A scanso equivoci domani il voto sarà palese e lo stesso premier Conte presidierà in Aula, “per assunzione di responsabilità”, spiega, ma anche in difesa di “una chiara linea politica che il governo sottoscrive”.

A preoccupare non sono solo le senatrici M5s, Fattori e Nugnes che hanno finora manifestato la loro intenzione di votare sì all’autorizzazione a procedere per salvini, ma si parlerebbe anche di qualche altro dissidente. Una parte di questi sarebbero tentati di uscire dall’Aula o risultare assenti per evitare scontri diretti con il movimento. Anche perché ieri il capogruppo in Senato Stefano Patuanelli ha avvertito che chi vota in dissenso dalla piattaforma è fuori anche se le espulsioni renderebbero ancora più risicati i numeri della maggioranza in Senato.

Domani anche Salvini dovrebbe intervenire in Aula, ma per conoscere la sua sorte fiato sospeso fino alle 19, anche se il voto è previsto per le 13. Si dovrà aspettare il termine della seduta pomeridiana dell’Aula per consentire a chi non è presente di votare nel corso della giornata, come prevede il regolamento per le “proposte di diniego dell’autorizzazione”.

Ad aggiungere tensione nella maggioranza il voto di sfiducia sul ministro Toninelli previsto giovedì sempre in Senato: l’opposizione grida allo scambio di favori. Inoltre da ieri anche la questione della nave Jonio. Matteo Salvini ritiene che non sia una coincidenza. “Ho smesso di credere in Babbo Natale – dice il ministro – il presunto salvataggio di questa nave gestita dai centri sociali era organizzato da giorni”.

(di Simonetta Dezi/ANSA)

Lascia un commento