Artista aggredito a Roma, è in coma irreversibile

Un'ambulanza del 118, il vetro dello sportellone col simbolo di Ippocrate. Artista aggredito
Un'ambulanza del 118. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Lotta tra la vita e la morte Umberto Ranieri, l’artista 53enne di origini abruzzesi colpito due sere fa con un pugno al volto alla periferia di Roma. Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, sarebbe in coma irreversibile. L’uomo è stato trasportato in condizioni gravissime all’ospedale San Giovanni dov’è tuttora ricoverato. Sulla vicenda indagano i carabinieri per risalire al responsabile.

A quanto ricostruito finora, l’artista stava parlando con alcuni giovani e uno di questi, improvvisamente, lo ha colpito con un violento pugno in pieno volto facendolo cadere sull’asfalto dove ha sbattuto violentemente la testa. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze per capire il motivo dell’aggressione che, al momento, non sembra essere preordinata. Ancora da stabilire se dietro quel pugno ci siano motivi privati o una lite estemporanea.

Gli investigatori stanno cercando di rintracciare i ragazzi con cui l’uomo parlava l’altra sera: 4 o 5 di cui due donne. Tra loro anche l’aggressore. C’è anche chi come il Gay Center paventa il movente dell’omofobia. “Solidarietà al professor Umberto Ranieri ed ai suoi cari per la vile aggressione ricevuta – ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center – Ad ogni modo chiediamo alle forze dell’ordine che non sia esclusa alcuna pista compresa quella omofoba, che purtroppo spesso diventa il movente di atti così vili, nei confronti di persone della nostra comunità”.

Nato a Paglieta, in provincia di Chieti, Umberto Ranieri è diplomato all’Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta ed è apprezzato per le sue opere esposte in diverse occasioni nella Capitale. La sua vicenda riporta alla mente il terribile pestaggio del musicista 29enne Alberto Bonanni, ridotto in fin di vita da un gruppo di ragazzi la notte del 26 giugno 2011 nel rione Monti, nel cuore di Roma e morto dopo oltre tre anni di coma. Un violento pestaggio scattato per alcuni schiamazzi in uno dei quartieri della movida romana dei quali furono accusati Alberto e i suoi amici.

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